Scoperta l’impronta geologica del vino dei Campi Flegrei. Uno studio, portato avanti dai ricercatori di tre università campane (Sannio , Federico II, Seconda università) e dall’università di Vienna, il primo in assoluto in questo campo, costituisce un precedente che potrà essere applicato anche a ricerche su altri prodotti.
“Nell’ambito degli studi sulla tracciabilità alimentare – spiega in una nota stampa diffusa dall’Ansa Mariano Mercurio, docente di Mineralogia applicata del dipartimento di Scienze e tecnologie dell’Università degli studi del Sannio – è stata indagata tutta la filiera vitivinicola partendo dal substrato geologico, passando per il suolo per giungere poi alla vigna ed infine al vino. Nel caso particolare del vino dei Campi Flegrei, tutto il sito è ubicato in uno scenario ricco di storia e di antiche tradizioni vitivinicole della zona. Il prestigioso distretto vinicolo indagato, relativo anche al Piedirosso, è ubicato sulla collina dello Scalandrone tra il lago di Averno e il lago Fusaro ed è stato scelto in quanto, come è noto, rappresenta un prodotto molto diffuso in Campania.
Una ricerca molto importante per la tutela dei prodotti doc legati alla Campania, che ha permesso di ritenere valida l’influenza che può avere la mineralogia, petrologia e geochimica del substrato su cui si accresce il vitigno. Così facendo, si potrà tracciare un vino tenendo conto di aspetti legati al substrato geologico su cui poi è sviluppato il suolo che ha dato poi la vita al vitigno. E questo modello scientifico potrà essere usato per la tracciabilità di altri prodotti, come olio, pomodoro etc…