Si è aperta oggi L’arte dolce di Andy Warhol al Palazzo delle Arti di Napoli e resterà visitabile fino al 29 giugno. Ad organizzare l’esposizione, costituita da riproduzioni delle opere del grande artista americano, è stato il Club Pasticcieri Italiani, in collaborazione con l’Azienda Cura Soggiorno e Turismo di Castellammare di Stabia e la direzione artistica di Luigi Coppola.
Le opere esposte sono realizzate con la tecnica del pastigliaggio, ovvero un composto di zucchero e gelatina vegetale e hanno come soggetto alcune delle icone rese celebri dal padre della pop art americana: Marilyn, le lattine Campbell’s e Vesuvius, a cui nella mostra ufficiale, che si svolge nei due piani del Palazzo Roccella, sono dedicate delle sale monotematiche.
Per i quadri di zucchero con Marilyn e i barattoli Campbell’s è stata utilizzata la tecnica dell’aerografo mentre per Vesuvius, all’aerografo si è unito l’utilizzo del pennello per la definizione dei dettagli; le riproduzioni dei famosi barattoli di zuppa o di pomodoro sono in zucchero ed ostia con un cuore in polistirolo.
L’ARTE DOLCE. L’iniziativa nasce dal volere del Comune di Napoli che ha conosciuto l’abilità e la maestria dei pasticcieri stabiesi grazie ad un loro prodotto di recente realizzazione, la mostra Archeo Dulcis, in cui si sono ripodotti in pastigliaggio una serie di reperti archeologici provenienti dal territorio di Stabiae. La mostra, inizialmente esposta al Palazzo Reale di Quisisana a Castellammare di Stabia, è successivamente approdata a Napoli per Chocoland 2014 al RoyalContinental Hotel, dove al cospetto di De Magistris, i mastri pasticcieri hanno colpito l’attenzione del pubblico e delle autorità con le riproduzioni assolutamente fedeli e in scala. Da qui è nata la volontà da parte del Comune di avere delle opere realizzate dalle abili mani di Antonio Vanacore e il suo staff, all’interno della mostra su Warhol al Pan.
Dopo un lavoro di circa un mese e mezzo, Vanacore e il gruppo di collaboratori, hanno esposto al pubblico guidati dal curatore Coppola l’installazione dei pezzi di zucchero, visibili nell’atrio del Palazzo Roccella.
LA PRESENTAZIONE AL PAN. L’esposizione è stata presentata dall’Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli Nino Daniele che ha giustamente sottolineato la “bontà dell’iniziativa”, letteralmente parlando, e ha sostenuto che è dalla cooperazione tra territori che nascono attività culturali di profitto, come è avvenuto già per il cartellone del Maggio dei Monumenti napoletano in cui è rientrata anche Castellammare.
Alla presentazione hanno preso parte il Presidente dell’Associazione Spirale d’Idee Massimo Ferrarotti, Vanessa Antinolfi, dello staff dell’Assessore al Lavoro Panini, Rachele Pennetta per l’Assessorato alla Cultura, il Direttore del Pan Fabio Pascapè.
ANDY WARHOL. VETRINE La mostra è stata curata da Achille Bonito Oliva e organizzata da Spirale d’idee in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli. L’esposizione, visitabile fino al 20 luglio, ha come obiettivo ricostruire il rapporto del genio americano con Napoli, iniziato alla metà degli anni’70 grazie all’amicizia con il gallerista Lucio Amelio e Mario Franco. Centottanta sono i lavori esposti, un’occasione rarissima per il pubblico di ammirare le opere più importanti e meglio note dell’artista: le cover realizzate grazie al sodalizio con star del pop e del rock, le copertine di cronaca giornalistica, cortometraggi, alcuni dei ritratti napoletani e i famosissimi ritratti di Marilyn, Mao e Jacqueline Kennedy; i tre elementi di Fate Presto, l’acrilico e serigrafia realizzato dopo il terremoto in Irpinia dell’80 e ancora le scatole di sapone Brillo, rigorosamente autografate e le lattine di zuppa Campbell’s col vestito che veniva donato in omaggio per l’acquisto di cinque pezzi, divenuto poi un’opera firmata da Warhol stesso. Infine, ma solo per ordine, la serie Vesuvius in cui il genio del XX secolo ha ritualizzato un tema tradizionale del vedutismo e dell’iconografia partenopea facendone un’icona immortale.
Come primo allestimento nel visitare la mostra, lo spettatore vedrà per una settimana L’Arte Dolce di Warhol, che contribuisce con le riproduzioni in pastigliaggio a rendere la pop art per tutti, come sosteneva lo stesso Warhol “non riservata a pochi eletti ma al contrario per la massa”. Ed è certo questo quello che trasmettono le opere in zucchero, la capacità di colpire ed attrarre un pubblico ampio non costituito per forza da intenditori d’arte ma anche da chi vuole lasciarsi incuriosire da nuove tecniche di produzione artistica, come è oggi il tanto in voga cake design.