Archeologia industriale al servizio dell’archeologia classica: questa l’intenzione del nuovo Assessore alla Cultura di Torre Annunziata Antonio Irlando per un nuovo e proficuo utilizzo della Real Fabbrica d’Armi. L’architetto, che ha assunto la delega da pochi giorni, all’interno della Giunta della città vesuviana, inizia la sua attività con un progetto di grande valenza culturale per la città e dalle grande potenzialità in termini di ricaduta turistica ed economica dell’intero territorio.
Il progetto, di cui l’Assessore ha discusso con il Soprintendente Massimo Osanna in un recente e lungo incontro avvenuto in città, passeggiando tra la villa di Poppea, lo Spolettificio, le strade oplontine e il Comune, prevede l’utilizzo della Real Fabbrica d’Armi come sede d’eccezione per una Scuola di Alta Formazione per professionisti della cultura da impiegare all’interno dei siti vesuviani.
La Real Fabbrica d’Armi, fondata per volere di Carlo di Borbone nel 1758 è stata la più grande fabbrica d’armi del Regno delle Due Sicilie. Dagli anni ’80 dello scorso secolo è stata trasformata in Stabilimento militare Spolette, attualmente è gestita dal Ministero della Difesa, con cui il Comune di Torre Annunziata ha un protocollo d’intesa.
Come spiega l’Assessore Irlando, già Presidente dell’Osservatorio Patrimonio Culturale, lo Spolettificio “è un edificio monumentale ed in quanto tale va tutelato per il suo potenziale nell’ambito dell’archeologia industriale. È un luogo che deve essere funzionale alla crescita della città, pertanto è necessario valorizzarlo al meglio affinché contribuisca allo sviluppo dell’intero territorio”.
L’istituzione di una scuola di alta formazione “può risultare una mossa strategica nell’ambito della valorizzazione dei siti vesuviani patrimonio Unesco e del Grande Progetto Pompei” – spiega Irlando – la scuola permetterà di avere uno “sguardo al futuro”, a quando il Grande Progetto sarà terminato, e da restauro ed intervento straordinario si dovrà procedere con interventi ordinari, ma si potrà avere a disposizione personale altamente qualificato nella gestione dei siti archeologici, che non riguarderà soltanto il restauro ma tutte le attività di gestione, tutela e valorizzazione necessarie al corretto utilizzo delle aree in questione”.
Da fabbrica d’armi a “fabbrica di archeologia vesuviana” e possibilità di sbocco concreto per i tanti professionisti della zona.
La struttura ha anche le potenzialità logistiche e pratiche per assurgere a polo di istruzione superiore, valutate dal Soprintendente stesso, che è stato condotto a piedi nei luoghi del progetto dall’Assessore e dal Sindaco Starita: l’edificio si trova a poca distanza dagli scavi, in una zona ben difesa perché al limite con l’area militare.
È da definire la gestione della scuola, di cui potrebbe occuparsene un’università o un consorzio di università e competenze professionali che con capacità dovrebbero guidare un polo di studio e ricerca direttamente sul campo.
Altro possibile utilizzo per la struttura, secondo l’idea di Irlando, è come sede museale per i reperti conservati nei magazzini degli scavi di Oplontis, che troverebbero così una giusta e meritata collocazione.
Il soprintendente ha ben accolto le proposte del neo assessore, che ha pronunciato parole di stima nei confronti di Osanna per “l’approccio competente e allo stesso tempo umile nella gestione dei rapporti e delle emergenze del territorio, a cui si avvicina con interesse e grandissima professionalità”.
Irlando sembra intravedere infine, una buona prospettiva nel Decreto Cultura convertito in legge nelle ultime ore: “la possibilità del coinvolgimento dei privati nella valorizzazione dei beni culturali, potrebbe essere una prospettiva da non sottovalutare anche per il sito di Oplontis”.
A breve ci sarà un incontro con un funzionario della Soprintendenza per procedere con la fase esecutiva dell’idea progettuale, che comprende queste e molte altre attività: riqualificazione dell’area degli scavi, allestimento di una mostra temporanea all’interno del comune.
Delle nuove possibilità sembrano concretizzarsi che permetteranno di fruire concretamente del patrimonio culturale della città vesuviana.