Una spiaggia raccolta tra il Vesuvio e il Monte Faito, uno scoglio monumentale sul fondo su cui si narra del leggendario passaggio di Ercole: questo, il favoloso scenario della festa rievocativa per la Madonna della Neve di Torre Annunziata, in provincia di Napoli.
Già dal pomeriggio è tutto pronto per l’arrivo della Sacra Icona, il palco, i fedeli, Padre Luigi che chiama alla preghiera e fa notare che la vera vittoria di Maria, che si ripete ogni anno, è il suo richiamo di fede.
GUARDA LA PHOTOGALLERY DELLA MADONNA DELLA NEVE
Ancora una volta, come accadde in un tempo imprecisato, è il mare a restituire l’icona raffigurante la Vergine Bruna col Bambino ai pescatori che ne contendono la proprietà nelle acque di confine tra due città, allora come oggi, Torre Annunziata e Castellammare di Stabia.
Il clima che si respira è disteso e si sente l’attesa dei fedeli per la loro Santa protettrice. Sul palco il sacerdote racconta della storia leggendaria del quadro, del rinvenimento fortuito nelle acque antistanti lo scoglio di Rovigliano, la contesa tra i pescatori delle due cittadine che sentivano forte il desiderio di possedere per devozione la Santa Vergine venuta dal mare. Si preparano anche i figuranti in costume che inscenano la contesa dopo il ritrovamento.
I fedeli e i turisti crescono man mano che passa il tempo e insieme a loro cresce il desiderio di vederla arrivare, di partecipare alla messa in scena della contesa e del giudizio sulla proprietà del piccolo quadro.
Presenti anche turisti stranieri, americani, vietnamiti, che hanno vissuto quest’esperienza con particolare trasporto, uniti nel segno di Maria.
Giunge dal mare l’imbarcazione che trasporta la cassa, in cui è nascosta la Vergine. Insieme a lei, ad accompagnarla in processione, uno stuolo di barche festanti. Il golfo si riempie d’improvviso di imbarcazioni. Sono tutti rivolti con lo sguardo e con l’animo alla cassa, come se realmente si volesse ancora scoprirne il contenuto.
Dalla barca viene gettata in mare inscenando ciò che si racconta sia avvenuto in un tempo lontano, una cassa perduta da chissà quale imbarcazione proveniente dall’Oriente e che giunge sul litorale oplontino. Qui, a raccoglierla uno stuolo di pescatori che la tirano a riva con le reti. Immediatamente si accende la contesa tra i pescatori delle due cittadine e si alzano le voci di chi dichiara l’appartenenza della cassa all’uno o all’altro territorio.
Il misterioso contenitore svela il suo meraviglioso tesoro: il quadro della Vergine Bruna ai cui piedi si raccolgono tutti in segno di devozione. Si tratta di un piccolo quadro, con una Vergine che trasmette un’espressione di infinita dolcezza, a cui non è possibile non abbandonarsi. Quando il quadro viene alzato alla folla festante, si vedono le lacrime di commozione dei fedeli che aspettano di poter salutare la Vergine. Fazzoletti vengono passati accanto alla Sacra Immagine, segni dell’infinita fede dei presenti che vengono così benedetti dalla Madonna tanto amata.
La devozione della città si sente e si respira, tutti desiderano vederla, qualcuno riesce a sfiorarla.
Intanto la contesa fittizia continua e il quadro viene affidato a Torre Annunziata che con grande gioia e soddisfazione accoglie la Vergine, giunta nella sua nuova casa, al di là del mare.