La memoria dolce: Archeo Dulcis al Mav di Ercolano

Riproduzioni di reperti archeologici in zucchero. Questo il contenuto della mostra Archeo Dulcis che espone al Museo Archeologico Virtuale all’interno del Festival della Memoria, aperto dal 17 al 21 settembre.

Una mostra insolita, particolare. Un’esposizione curata dal punto di vista artigianale e scientifico, un’idea  del Club Pasticcieri Italiani guidati da Antonio Vanacore, con la direzione artistica di Luigi Coppola. Il soggetto è l’archeologia del territorio antico di Castellammare di Stabia, l’antica Stabiae che fu sede in epoca romana di imponenti ville signorili che sfruttavano un luogo molto panoramico allora come oggi, la collina di Varano a 50 metri sul livello del mare, con un’esposizione climatica e paesaggistica da sempre apprezzata. Da lì provengono il mosaico con Frisso ed Elle e la meridiana da Villa San Marco, i quadretti con le figurine miniaturistiche che contano alcune delle icone meglio note della pittura antica, Flora, Medea, Leda e Diana dalla Villa di Arianna.

Dal territorio stabiano, che abbracciava in antichità una fetta di territorio molto più ampia di quella dell’attuale comune, provengono i recipienti ceramici, gli attrezzi di uso quotidiano, gli affreschi con paesaggi marittimi utilizzati nelle ville disseminate nel territorio. Questi e tanti altri i pezzi esposti. Zucchero e gelatina alimentare il materiale di cui sono fatti.

Un vero è proprio prodotto dell’arte dolce che trasmette un messaggio, scientificamente curato: la storia millenaria del territorio vesuviano.

La mostra già conosciuta dal pubblico, che ha potuto godere di una parte della collezione esposta alla Reggia di Quisisana a Castellammare di Stabia lo scorso anno, è approdata al Festival della memoria del Museo virtuale ercolanese. Un museo speciale già dal canto suo dal momento che ciò che offre sono riproduzioni digitalizzate, performances virtuali del mondo romano antico. E in un museo così speciale non poteva che ben intonarsi una mostra dai toni semplici ma anche profondi.

Didattica, archeologia, storia, produzione artistica e gastronomia si coniugano nella mostra Archeo Dulcis che come dice Osvaldo Conte, funzionario dell’Azienda di Turismo stabiese, promotrice dell’evento, “intende valorizzare Castellammare di Stabia e la sua storia antica, far si che venga conosciuta, smuovendo l’interesse dei cittadini e dei tanti visitatori”. E certo l’intento è ben riuscito. Archeo Dulcis è una mostra che ben si coglie, semplice nei contenuti e nel messaggio, chiara nell’esposizione. Gli elaborati scientifici sono stati curati dal Comitato degli Scavi di Stabia, un’associazione che opera per la valorizzazione del sito stabiano e che ha prestato per l’occasione alcuni video proiettati in uno degli spazi della mostra.

Con una mostra di riproduzioni archeologiche in pastigliaggio di zucchero, che ricalca l’odierna moda del cake design, si discute con un pubblico molto più ampio di quello che in genere si interessa ad esposizioni archeologiche. Archeo Dulcis viene apprezzata per l’opera artistica in sé oltre che per il messaggio storico. Agli occhi dei visitatori più attenti è di certo un vettore comunicativo formidabile, perchè coniuga l’arte pasticciera alla fedele riproduzione storico-archeologica. I pezzi sono riprodotti secondo le misure degli originali e con uguale decorazione, operata con colori alimentari dagli art decor Luca de Martino e Mattia Vanacore. Si leggono perfettamente nel craterisco di via Madonna delle Grazie a Gragnano, i felini affrontati, e nel cassettone con medaglione da Villa Arianna i dettagli dei volti dei personaggi rappresentati.

In mostra anche nuovi interessantissimi pezzi: il termopolio di Via dell’Abbondanza a Pompei, con la riproduzione attenta del cibo venduto nel banco antico, con i marmi colorati che lo decoravano, e in una saletta completamente dedicata, i calchi delle vittime dell’eruzione del 79 d.C. rinvenuti nell’orto pompeiano che da essi ha tratto il nome, l’Orto dei Fuggiaschi. Li si vede adagiati al suolo, nella stretta della morte, la famigliola che non è riuscita a scampare alla catastrofe. Ad un colpo d’occhio disattento sembrerebbero gli originali, e invece no anch’essi sono completamente di zucchero!

Grande la soddisfazione nelle parole del direttore artistico Coppola che ritiene un “premio, la scelta di inserire la mostra all’interno del Festival di respiro internazionale. Archeo Dulcis, e quindi la partecipazione di Stabia, è la dimostrazione che quando si produce qualcosa di positivo, da cui si evince solo il grado di piacevolezza, si possono trarre grandi risultati”.

Lo staff dei pasticcieri è già al lavoro per altri interessanti riproduzioni in zucchero che attendiamo di godere, con ogni senso.

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