Napoli. Suor Orsola: restaurata la pala della Madonna di Costantinopoli

Restaurata la tavola della Madonna di Costantinopoli, la pala laterale dell’altare maggiore della Chiesa dell’Immacolata, gioiello del patrimonio artistico della cittadella monastica di Suor Orsola Benincasa di Napoli. La pala è opera di Giovanni Antonio D’Amato nel primo decennio del Seicento ed ha misure mastodontiche, il che rendeva i lavori di recupero difficoltosi. Il supporto è una tavola di pioppo che misura più di due metri di base e oltre tre metri d’altezza per uno spessore di cinque centimetri e risulta dalla composizione di sei tavole, quattro centrali e due laterali. L’evento di presentazione è stato per queste difficoltà ribattezzato ‘La rinascita della Madonna di Costantinopoli: presentazione di un restauro quasi impossibile’.

Ad operare sulla tela è stata Annadele Aprile direttore dei Laboratori di Restauro dei dipinti su tela dell’Università Suor Orsola Benincasa e custode da oltre vent’anni della conservazione e restauro del patrimonio artistico dell’Ente Morale Suor Orsola Benincasa.

La grande Pala della Madonna di Costantinopoli conservata da sempre nella Chiesa superiore dell’Immacolata è un significativo esempio della scuola napoletana databile tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento.

Il ricollocamento della tavola segna un punto fondamentale nei lavori di recupero dell’intera Chiesa dell’Immacolata che sono stati avviati ben vent’anni orsono, per restituire all’antico splendore un luogo che è uno scrigno di tesori artistici tutti restaurati all’interno dei percorsi didattici del Suor Orsola: la cripta che ospita il sepolcro di Orsola, la piccola cappella del S.S. Crocefisso con l’altare in marmo bianco adiacente alla cella della monaca, il pregevole comunichino marmoreo del ‘500, la lastra tombale di Marzia Palmieri e Venturello Fasano,  il Cristo Deposto e i preziosi dipinti, tre olii su tela di grande qualità, databili tra il XVII e XVIII secolo, situati sopra gli altari delle cappelle laterali e raffiguranti S.Andrea Avellino, S.Michele e l’Angelo, e una Natività  attribuibile alla scuola di Massimo Stanzione.

 “Questo lungo lavoro di restauro – racconta Annadele Aprile -rappresenta la testimonianza concreta dell’efficacia della sinergia tra saperi umanistici e scienze tecnologiche, che da sempre caratterizza il settore della conservazione e del restauro all’Università Suor Orsola Benincasa, che oltre vent’anni fa fu il primo Ateneo italiano ad aprire un percorso universitario in questo ambito. Un impegno pioneristico divenuto negli anni una grande eccellenza riconosciuta a livello internazionale, ma soprattutto una grande risorsa al servizio del patrimonio artistico pubblico, perché in questi ultimi vent’anni l’Università Suor Orsola Benincasa ha svolto tantissimi lavori per la salvaguardia, la conservazione ed il restauro del patrimonio artistico e culturale della città di Napoli e di molte altre città italiane, mettendo al servizio delle istituzioni in maniera completamente gratuita tutto il suo bagaglio di esperienze e competenze ed il lavoro degli studenti sotto la guida dei docenti dei vari Corsi di laurea in Conservazione e restauro dei beni culturali. E negli ultimi anni le nostre attività di restauro non si sono fermate nei confini italiani perché, solo per citare gli ultimi due interventi, grazie alle collaborazioni con numerosi enti territoriali, siamo stati chiamati finanche in Cina per la formazione in loco delle maestranze peril restauro della Meng Joss House diTianjin o in Tunisia per degli interventi molto delicati in uno dei Musei più belli ed importanti del Mediterraneo come il Museo del Bardo di Tunisi”.

 

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