Inutile negarlo, la pasta ci è invidiata in tutto il mondo. Ebbene, ad Expo, la Fiera Internazionale di Milano ci sarà un’occasione imperdibile per tutti gli amanti della gastronomia campana d’eccellenza.
Domenica 25 ottobre 2015 in occasione del World Pasta Day, oltre alla grande festa per l’oro bianco, seguiranno due giorni di convegni di tutti i pastai del mondo. Ipo (International pasta Organization) e Aidepi (Associazione delle industrie del dolce e della pasta italiane) intendono nell’occasione sottolineare l’importanza di questo alimento nella lotta a malnutrizione e obesità, portando anche l’esperienza di cuochi celebri come Massimo Bottura e Bruno Serato (chef americano votato dalla Cnn eroe dell’anno per aver sfamato 1.200 bambini indigenti con un pasto nutrizionalmente equilibrato a base di pasta e verdure fresche, 365 giorni all’anno per 10 anni).
La pasta non può mancare nell’esposizione universale dedicata all’alimentazione e alla sicurezza alimentare, in quanto non solo si tratta del piatto più “geolocalizzante” del Made in Italy, ma ha tutte le caratteristiche per rispondere alle complessità e all’incertezza dello scenario alimentare attuale.
La pasta, però, la sua sfida, l’ha già intrapresa anni fa, vincendola: 15 anni fa nel mondo se ne producevano 9,3 milioni di tonnellate, contro 14,5 milioni raggiunti nel 2014; un aumento di circa il 56%. E sono 52 (15 anni fa erano 29) i Paesi in cui si consuma almeno 1 kg di pasta pro capite all’anno. In 15 anni l’export di pasta italiana è cresciuto complessivamente di circa il 50%. Nel 2014 la Germania si conferma il principale mercato per l’export (oltre 360mila tonnellate e un’incidenza pari al 18,3% del totale), seguita da Regno Unito e Francia. Al di fuori dell’Europa, sono gli Usa il primo sbocco, con 151 mila tonnellate e un peso del 7,7% in volume e del 9,5% in valore.
Ma gli amanti della pasta sono sbarcati anche oltre il Caucaso: come la Russia (+11,5%), l’India (+15,4%) e, soprattutto, la Cina (+37,9%). E la pasta ha saputo adeguarsi a stili alimentari e culture gastronomiche eterogenei. Tra le tendenze degli ultimi anni, la diffusione di formati “maxi”, come paccheri, conchiglioni & co nei mercati più maturi; la sperimentazione di paste speciali con impasti arricchiti di minerali, vitamine o “superfoods” (bietola rossa, rosmarino, fagioli, farina di canapa, ecc), la pasta a rapida cottura, pronta in 4 minuti. E prodotti pronti già confezionati con il loro condimento, da cuocere nel wok (per conquistare la Cina) o in pentola a pressione, per gli americani che amano cotture ‘sbrigative’.