Una trama che forse non c’è, un racconto fatto di verità e di non verità sui fatti che accadono nella vita quotidiana e tanta comicità. Questi, in sintesi, gli elementi che caratterizzano il nuovo libro di Francesca Gerla e Pino Imperatore, “Sei personaggi in cerca di Tatore – Opera comica in sette capovolgimenti”, un lavoro a quattro mani edito da Homo Scrivens e presentato dal giornalista Vincenzo Lamberti al Caffè Letterario nell’ambito della rassegna Vesuvio Emotion presso il Nuovo Auditorium Villa Regina di Boscoreale.
Un prova davvero impegnativa per due autori che, pur avendo entrambi una significativa esperienza in scrittura comico-creativa, si sono cimentati in una sfida difficile perché, al di là dei luoghi comuni, non è semplice scrivere di “cose che fanno ridere”. Una prova che, tuttavia, in questo caso è stata brillantemente superata, tanto è vero che entrambi stanno valutando la possibilità di portare il libro in scena, proprio perché il testo ben si presta ad una rielaborazione teatrale (come già accaduto in passato per “Benvenuti in Casa Esposito” di Pino Imperatore).
Il punto di partenza è un incidente automobilistico che avviene in un quartiere a nord di Napoli, Marianella, e che vede interessati un guidatore appena ventenne, che si chiama Totore, e altre sei persone – Cosimiro, Rosaria, Luciano, Luisa, Aristide, Carolina – che restano coinvolte nell’incidente da lui causato volontariamente. Di questi personaggi, cinque finiscono in ospedale anche con ferite gravi, mentre Totore, dopo un impatto contro la statua di Sant’Alfonso Maria dei Liguori, fa perdere le sue tracce. Il libro si compone delle versioni dell’incidente da parte dei sei testimoni/vittime, ma a modo loro, rispettando per ciascuno il proprio registro linguistico (tra cui 18 pagine e mezzo di monologo, di joyciana memoria, per la versione di Luciano, senza punteggiatura e interamente in napoletano). I sei personaggi ci raccontano quella che è la loro verità e ne approfittano, allo stesso tempo, per parlarci delle loro vite, del loro rapporto conflittuale con lo stesso Totore, come quello che ad esempio emerge dal racconto della fidanzata Rosaria, la quale descrive, sempre a modo suo, l’amore tipico di due ventenni di periferia, fatto di passione, gelosia, qualche tradimento e la spensieratezza dell’età. Il protagonista, invece, farà la sua apparizione solo nel settimo capitolo per darci la sua versione del fatto e dei suoi rapporti con le persone coinvolte, con un finale a sorpresa affidato pirandellianamente agli stessi lettori.
La scelta di Marianella è stata fortemente voluta: si tratta, infatti, di un luogo difficile, ma pieno di volontà di riscatto, in cui ci sono evidenti problemi, ma anche, come afferma Pino Imperatore, “lampi di luce nel buio straordinari, che muovono verso la cultura e rendono vive zone destinate a morire”. Non a caso cui i due autori hanno voluto dedicare il libro ai ragazzi di Napoli e a loro hanno rivolto la propria attenzione per raccontare, in maniera leggera ma non superficiale, quelli che possono essere i problemi nel vivere in una città complicata, ma che si possono affrontare e combattere anche grazie ad una comicità “intelligente”, che muove sì al riso, ma che allo stesso tempo conduca alla riflessione e, perché no, all’azione.