Laurea ad honorem per Totò. Franceschini: “A Napoli come innamorato e Ministro”

Sono cresciuto a pane e Totò, sono qui anche come innamorato” ha detto Dario Franceschini, ministro per i Beni culturali, a Napoli per la laurea ad honorem alla memoria in Discipline dello spettacolo a Totò, il principe della risata, conferitagli dall’Università Federico II, a 50 anni dalla sua scomparsa. “Da bambino era una passione di mio padre e l’ho tramandata alle mie figlie – ha affermato – perché importante è che il ricordo passi attraverso le generazioni. Ricordo come uno dei primi momenti dolorosi della mia vita da bambino quando arrivò la notizia della sua scomparsa e mi sembrava che non sarebbe più stato possibile vedere i suoi film, invece ho continuato a farlo per tutta la vita”.

Il Ministro ha pubblicamente elogiato la Federico II e Renzo Arbore per l’iniziativa che ha reputato “molto intelligente” e “mi pare giusto che ci sia anche il Governo presente”. Poi Franceschini si è nuovamente soffermato sulla straordinaria vita artistica di Totò che a suo avviso “ha un po’ sofferto in vita perché non è stato apprezzato dai ‘soloni’ della critica né è stata riconosciuta l’importanza di quello che lui ha fatto per il cinema italiano ma quel riconoscimento è stato ottenuto a furor di popolo”. Una battuta da ricordare dei film di Totò? “Per il mestiere che faccio la mia battuta preferita è quella sull’onorevole Trombetta”.

Alla cerimonia era presente anche il Governatore della Campania, Vincenzo De Luca che rispondendo alle domande dei giornalista ha sottolineato come Totò “è stato onorato e apprezzato solo dopo la morte dopo che in vita i radical-chic non lo avevano fatto. È stato un grande artista che ha raccontato l’Italia vera – ha aggiunto il governatore – ha condiviso il destino di tanti altri artisti nel mondo dello spettacolo. La laurea è un gesto doveroso che si aggiunge all’iniziativa promossa dalla Regione e dalla Rai per ricordare questa grande figura“.

Per Renzo Arbore, promotore insieme alla Federico II dell’iniziativa, Totò “ha unito il Paese quando c’erano spinte alla divisione, ha consolato tutti, da Nord a Sud, il ricco e il povero. A Napoli c’era e c’è ancora il concetto di consolazione – ha affermato – si dice: ‘Ci siamo consolati’ quando si vede una cosa bella una cosa che esiste solo a Napoli, forse per tutte le dominazioni subite. Totò ha il grande merito di averci consolato dopo il dramma della Seconda guerra mondiale; ha interpretato, come nessun altro, la fraternità sopraggiunta dopo l’odio, i nemici della guerra. Totò è arrivato e ha conciliato tutti ci ha consolato con le risate e la sua cultura intelligente e sorridente”.

In rappresentanza della famiglia De Curtis, alla cerimonia c’era la nipote di Totò e figlia di Liliana, Elena Anticoli De Curtis che non ha nascosto la commozione: “Questa ‘Laura’, come direbbe lui, è una rivincita, un riconoscimento per mio nonno. Gli viene restituita un po’ di quella gioia che da mezzo secolo lui regala a noi”.

Per Gaetano Manfredi, rettore dell’Università Federico II di Napoli, Totò è “uno dei più straordinari interpreti dello spettacolo comico, teatrale e cinematografico italiano, lasciando contributi incisivi anche come drammaturgo, poeta, paroliere e cantante. Il suo impegno come attore, la sua strepitosa, indimenticabile motilità fisica hanno saputo attingere alla grande tradizione della commedia dell’arte, ma anche sfruttare, come non mancarono di notare prontamente Pier Paolo Pasolini e Carmelo Bene, suoi grandi ammiratori, la relazione strettissima tra marionetta e corpo umano teorizzata e praticata dalle avanguardie storiche”. 

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