Dopo le sorprese provenienti dalla Regio V, numerose sono le campagne di ricerca e di scavo condotte dal Parco Archeologico in collaborazione con prestigiose università italiane e straniere.
Alla base dei progetti, la conoscenza delle fasi più antiche della città, l’acquisizione di informazione sugli sviluppi dello spazio urbano e l’influenza sui vari aspetti della società e dell’economia di Pompei.
Partendo dalla zona del Foro Triangolare, da poco si è conclusa la campagna di scavi condotta in collaborazione con l’Università Federico II di Napoli, grazie ad un progetto avviato già nel 2016 che mira a definire le diverse fasi edilizie della cinta muraria presente in questo settore della città e a stabilirne le relazioni con il vicino porto occidentale e con il Tempio Dorico.
Nel 2017 le indagini avevano portato alla luce due tratti murari in prossimità della tomba ad esedra (Schola), un muro già rinvenuto da Maiuri e l’altro in opera incerta. Il lavoro degli archeologi è stato quello di indagare i rapporti stratigrafici tra i tratti murari, definirli cronologicamente e stabilirne i rapporti nel corso del tempo. È possibile che questo settore del Foro Triangolare, intorno al III – II secolo a.C., fosse interessato dalla presenza di un imponente sistema difensivo.
Sempre dalla Federico II, nell’ambito dello stesso progetto, è stato condotto e concluso lo scavo nel Tempio di Esculapio, posto nel quartiere dei Teatri, all’incrocio tra via Stabia e la via cosiddetta di Iside.
Lo scopo era il riesame della struttura dell’edificio per individuarne le fasi edilizie, dalla sua costruzione all’eruzione del 79 d.C. Da sempre, l’attribuzione di questa struttura è stata controversa. Gli studiosi pensavano ad una dedica a Giove Meilichio, divinità ctonia e funeraria, altri tendono invece ad attribuirlo ad Asclepio/Esculapio, dio della medicina e della guarigione.
Alla base di quest’ultima ipotesi, il rinvenimento di due statuette raffiguranti, secondo Winckelmann, Asclepio stesso e Salus e la scoperta di una cassetta con strumenti chirurgici decorata con un rilievo raffigurante il dio della medicina.
“Spazi urbani di produzione e storia delle tecniche a Pompei e Delo”, è il progetto condotto dall’École Française de Rome e dall’Università di Rouen sulle fulloniche e su una bottega della Regio VI con lo scopo di comprendere il funzionamento dell’economia attraverso la presenza delle attività produttive nelle due città antiche.
Il Colegio de Doctores y Licenciados de Valencia, la Universidad Europea de Valencia e l’Institut Valencià de restauració I Conservació sotto la direzione di R. Albiach e L. Alapont, si interessa invece alla Necropoli di Porta Sarno, dove durante uno scavo di emergenza del 1998-1999 furono scoperte alcune necropoli sannitiche e due recinti funerari romani. Il progetto è finalizzato al restauro dei monumenti e a fornire una documentazione planimetrica e fotogrammetrica della necropoli.
Ricerche in corso anche in alcune botteghe di via dell’Abbondanza, in corrispondenza della Regio VII, insula 14, condotte dall’Università di Genova. Grazie al recupero di materiali vari come ceramiche, intonaci, metalli, reperti faunistici, malacofauna, monete, carporesti, gli archeologi avvieranno studi utili per la comprensione di questi spazi in un arco di tempo che va dal II secolo a.C. al 79 d.C., cercando di individuare quante più informazioni possibili sugli aspetti della vita quotidiana a Pompei.
Nuove informazioni anche dalla Casa del Leone (VI, 17,25) grazie alle ricerche del team della Federico II coordinate dal Prof. L. Cigala. Durante gli scavi presso l’Insula Occidentalis, è emerso un nuovo tratto del peristilio della domus. L’area, posta su uno dei terrazzini inferiori del complesso abitativo, era stata interrata dopo gli scavi borbonici. Lo studio di tali ambienti è fondamentale anche in funzione del progetto di musealizzazione del soprastante Laboratorio di Ricerche Applicate.
Di pochi mesi fa l’eccezionale scoperta nei pressi di Civita Giuliana, zona nord fuori le mura di Pompei, di ambienti pertinenti ad una villa rustica. Grazie ad un’operazione congiunta degli investigatori del Comando Gruppo Carabinieri di Torre Annunziata, del Nucleo TPC di Napoli e del Parco Archeologico di Pompei si sono evitati ulteriori scavi clandestini da parte di tombaroli senza scrupoli. Da tempo l’area era stata presa di mira e solo l’importante lavoro delle forze dell’ordine ha permesso di arginare l’illecito lavoro che ha portato alla perdita di reperti e importanti strati archeologici.