Un giallo ambientato in una Napoli immaginaria edito InKnot
Anita Polena, professoressa universitaria viene trovata morta sugli scogli di Posillipo. È stata brutalmente uccisa. Sul suo corpo sono incisi alcuni simboli che rimandano ai Lupanari. Si grida allo scandalo. Due anni prima, in città, c’è stata una strage di bambini.
La storia si muove in una Napoli immaginaria e la penna è quella di Roberto D’Alessandro, che sceglie un giallo per il suo battesimo di scrittore. Ma nulla accade per caso.
Laureato in Studi Culturali a Napoli nel 1986 con una tesi sull’evoluzione delle serie poliziesche in televisione, dopo qualche esperienza con la BBC in Gran Bretagna, Alessandro lavora come giornalista per alcuni quotidiani e settimanali sia locali che nazionali occupandosi prevalentemente di cultura e spettacoli. È stato poi arruolato fra gli sceneggiatori di Un Posto al sole, La Squadra, Agrodolce e Sottocasa. Finché le serie televisive andavano in onda alle 18.40 su Raidue, le conosceva tutte, adesso va in affanno. Questa, è la sua prima pubblicazione.
Il trasloco del Vesuvio è un giallo non tradizionalista, in quanto dedica molto spazio ai personaggi coinvolti, alle loro storie e personalità prepotenti. In particolare, ad occuparsi delle indagini, è il commissario Sermoneta, una persona dal passato tormentato, la separazione dalla moglie e la morte della figlia, lo attanagliano, condizionano la sua vita e le stesse indagini.
D’Alessandro sceglie di far incontrare i sui personaggi in un ambiente diverso dal solito, una Napoli priva di luoghi comuni, una città post camorra nella quale i cittadini possono fare pieno affidamento sull’Ufficio Concretezza. Ci si muove in una società quasi perfetta, che descrive l’affascinante mercato dell’arte e i retroscena oscuri dei poteri istituzionali.
Il romanzo è edito dalla giovane casa editrice napoletana inKnot Edizioni