
Il mondo occidentale ha paura delle cose nuove, in estremo oriente la musica cambia
Altamente proteici e nutrienti, sostenibili in termini di sfruttamento del suolo e delle acque e facilmente reperibili. L’entomofagia (l’alimentazione a base d’insetti) sembrerebbe essere la panacea di tutti i mali, e per diversi aspetti…Eppure è più forte di noi, mangiare insetti ci ripugna. Quest’avversione è la conseguenza di un riflesso primitivo di protezione, che decodifica la paura innata verso alimenti nuovi: la neofobia.
Gli insetti potrebbero essere in grado di “sfamare” il pianeta, ma proprio non ci piacciono, ed è una prerogativa soprattutto del mondo occidentale. Infatti, in estremo oriente la musica cambia, questo tipo di “novel food” è apprezzatissimo in Cina dove insetti come il baco da seta, le cicale, i grilli fanno parte della dieta di tutti i giorni, anche in Thailandia non mancano mai gli insetti fritti, bolliti o alla griglia, per non parlare dell’Africa dove la larva del lepidottero, proposta come fresca o essiccata, in salamoia, stufata con salsa di pomodoro, è l’insetto più consumato. È chiaro dunque che i motivi che ci spingono a scegliere una pietanza sono tanti, non solo genetici, bisogna considerare che il consumo di alcune pietanze per alcuni popoli è anche di tipo culturale e non solamente determinato dai fenomeni di carestia.
Che cos’è la neofobia?
La neofobia è il rifiuto, la profonda paura per le cose nuove. È una strategia alimentare che ci spinge a provare riluttanza verso i cibi nuovi. È lo stesso meccanismo per cui i bambini sono restii nei confronti dei sapori amari o acidi. Non si tratta di capricci immotivati è l’evoluzione naturale che ha selezionato un particolare rigetto per questi sapori, perché solitamente sono associati a sostanze che possono contenere sostanze nocive per l’uomo. Fortunatamente è un fenomeno transitorio, e legato soprattutto all’infanzia, saranno le esperienze da adulti a spingerci a provare nuovi gusti. Non a caso, da grandi riusciamo ad apprezzare le caratteristiche di un caffè amaro o del cioccolato fondente.
La ritrosia verso un’alimentazione a base d’insetti è legata certamente alla neofobia, ma non è l’unico motivo, infatti intervengono altri fattori legati sempre al retaggio della sopravvivenza della specie umana. Come la paura ancestrale di contrarre malattie, meccanismo evolutivo che si traduce con il disgusto per i cibi potenzialmente contaminati o che risvegliano paure primordiali come gli insetti. Sappiamo bene che insetti come mosche e bruchi sono a contatto con la terra, con gli escrementi. Anche il loro aspetto e i colori come nero, verde, marrone richiamano cromie legate alla decomposizione della materia e dunque alla morte. Inoltre, per gli occidentali, cibarsi d’insetti rappresenta una forma di tabù alimentare perché legato a immagini di povertà e fame, tipiche di alcuni paesi in via di sviluppo.
La dieta a base d’insetti
L’associazione Food Agricultural Organisation, un’agenzia delle Nazioni Unite, incita l’entomofagia. Infatti, uno dei compiti principali dell’Organizzazione è combattere la fame, in previsione di una crescita esponenziale della popolazione mondiale. Anche la FAO sollecita all’entomofagia, proprio per conciliare crescita economica e tutela dell’ambiente, ma anche per ridurre l’emissione di gas serra provenienti dagli allevamenti zootecnici. L’introduzione di questo “novel food” potrebbe essere un valido supporto, infatti l’alimentazione a base d’insetti è ricca di proteine paragonabili a quelle di carne e pesce.
Le motivazioni sono tante e pregevoli, e ne siamo consapevoli, ma è più forte di noi…Come opporsi a qualcosa che è scritto fin da tempi immemori nei nostri geni?