Il giornalista di Torre Annunziata, Giovanni Taranto, firma il suo secondo romanzo giallo
Un Capitano romano. Una Pm napoletana. Un Nucleo Operativo con investigatori vesuviani fino al midollo. Una Compagnia Carabinieri ai piedi del vulcano, dove si intrecciano le vite, i linguaggi e i modi di pensare di militari siciliani, toscani, campani, impegnati nella lotta alla camorra. E, intorno, la gente dei paesi arrampicati sul Vesuvio e quelli della costa. La gente. Con la sua ironia, i suoi dolori, le sue tragedie, la sua voglia di vivere e la sua rassegnazione, i suoi difetti e il suo genio.
In “Requiem sull’ottava nota” (Avagliano Editore), torna il Capitano Giulio Mariani, che Giovanni Taranto ci aveva già fatto conoscere nel 2021 con il suo primo giallo, “La fiamma spezzata”.
Un nuovo affresco intriso di vesuvianità, che però sembra avere un incontestabile appeal anche lontano dalla Campania Felix. E non è un caso che Mariani e le sue indagini abbiano tanta presa al Nord come nel Meridione.
Anche questo secondo romanzo del giornalista di Torre Annunziata ha avuto il suo esordio ufficiale al Festival del Giornalismo, a Ronchi dei Legionari come avvenne per il libro precedente. E ad aspettare il Capitano Mariani, nei prossimi mesi sono tante presentazioni in Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli, Emilia, oltre che in Lazio, Campania, Abruzzo, Molise, Sardegna e numerose altre location.
Ma che cos’ha questo Capitano, per piacere così a tutti? Come fanno il Maresciallo Di Filippo e il Brigadiere Soriano, così profondamente vesuviani, a conquistare amici e lettori ovunque?
Forse la chiave di tutto sta nell’umanità che Mariani e i suoi riescono a esprimere. E che li sdogana dai limiti del linguaggio e della provenienza geografica. Il Capitano e i suoi, non sono personaggi. Sono delle persone. Con sentimenti e difetti. Pregi e particolarità. Vivono la vita di tutti i giorni. Fatta di gioie e incazzature, successi e sconfitte. Probabilmente piacciono perché riescono a far dimenticare al lettore di trovarsi dall’altra parte della pagina, trascinandolo con sé a San Gioacchino e dintorni, coinvolgendolo non solo nelle loro indagini, ma nelle loro vite.
In libreria e negli store online dallo scorso 17 giugno, “Requiem sull’ottava nota” è un libro che svela i retroscena dei clan, come ha sottolineato anche Franco Roberti, già Procuratore Nazionale Antimafia, che del romanzo firma la prefazione. “Quello di Giovanni Taranto – ha commentato l’alto magistrato – è un modo nuovo di raccontare la lotta per la legalità e la giustizia, guardandola in faccia, dall’interno. Fuori dal paralizzante giudizio sui mali di Napoli e della sua area metropolitana, che oscilla da sempre tra rassegnazione autoassolutoria all’ineluttabilità della camorra e ottimismo consolatorio di chi spera che, prima o poi, il bene prevarrà sul male”.
Avvincente la trama, ambientata negli anni ’90 per dare maggiore risalto alle capacità investigative e all’intuito di Mariani e dei suoi, piuttosto che alle moderne tecniche di indagine, molto più basate su nuove tecnologie.
Camorra, racket, droga e microcriminalità sono gli avversari quotidiani del Capitano Giulio Mariani, romano de Roma, al comando di una compagnia dei Carabinieri nel Vesuviano. Pochi spiragli per la famiglia. Pasqua si vicina. L’attività degli esattori del pizzo si intensifica. Uno showroom viene devastato per costringere il titolare a pagare la tassa all’antistato. La guerra fra cosche per il controllo delle piazze di spaccio si fa più cruenta. Un sedicenne, usato come sentinella da una delle cosche rivali, viene ferito gravemente in un raid.
Mariani indaga, affiancato dal Nucleo Operativo, da Clara Di Fiore, giovane sostituto procuratore di Napoli, e dall’amico Gianluigi Alfano, giornalista di “nera”. Ai due casi si intrecciano omicidi irrisolti del passato e nuovi scontri a fuoco fra reparti militari dei clan. Ma un mistero rende le indagini ancor più complesse. Mariani comincia a ricevere dei messaggi anonimi, inizialmente incomprensibili. Chi li invia, senza rivelarsi, sembra voler indicare ai Carabinieri i responsabili di estorsioni, traffico di droga, capoclan e killer delle famiglie camorristiche in guerra.
Chi c’è dietro quelle soffiate? Qual è il suo reale interesse? Vuole davvero aiutare, o depistare? C’è da fidarsi? Cosa nasconde? E cosa gli impedisce di rivelarsi? Al Capitano Mariani il compito di decodificare le criptiche indicazioni del misterioso informatore. Ma non basta. Bisognerà trovare prove concrete che le confermino. Per farlo, occorrerà calarsi nei meandri della città vecchia e confrontarsi con personaggi particolari, a tratti inquietanti e indecifrabili quanto i “pizzini” in codice. Il tutto tentando di strappare il minorenne ferito e il suo fratellino a un destino che appare segnato, e sembra portare inevitabilmente a una vita al soldo della camorra. Sullo sfondo, la vita di caserma, le tradizioni di Pasqua, il folclore e la filosofia del Vesuviano.
Con “Requiem sull’ottava nota”, l’autore scopre le carte e conferma di voler rendere il suo Capitano protagonista di una intera serie di romanzi, nei quali si propone di affrontare i temi più scottanti del crimine organizzato e del malaffare.
E i fans di Mariani già chiedono a gran voce un terzo capitolo della saga.