La chiave per la conquista del cliente è nei dati

Ecco come i brand riescono a conquistare la nostra fiducia

Ogni giorno che passa siamo sempre più tecnologici, sempre più connessi, sempre più digitali. La nostra onnipresenza nei canali telematici ha stravolto le nostre abitudini, sia in termini di socializzazione e rapporti umani sia nell’ambito commerciale.

Ci siamo abituati alla disponibilità immediata di tutto quanto cerchiamo: risposte veloci e informazioni in tempo reale, che sappiamo precisamente dove andare a ricercare.

La nuova sfida per i brand è quindi quella della conquista del cliente attraverso soluzioni personalizzate e attenzioni che lo coccolino e lo cullino verso un prodotto a misura delle sue esigenze. E per vincere questa sfida il marketing dispone di armi affilatissime, come la customer data analytics. Cioè, la raccolta e la successiva elaborazione di informazioni di diverso tipo e di dati aggregati che – in un modo o nell’altro – ognuno di noi semina dietro di sé nel corso delle sessioni di navigazione nel web.

Partendo dai Basic data, sostanzialmente le informazioni di base dei clienti, passando per gli Interaction data, che immagazzinano informazioni sulle nostre abitudini di acquisto e sull’engagement che una determinata campagna di marketing è in grado di stimolare, fino ai Behavioral data.

L’analisi del nostro comportamento nel web conduce i brand a formulare proposte ad hoc

Proprio quest’ultima tipologia di dati riveste un ruolo fondamentale, in quanto è in questo insieme che rientrano le informazioni davvero utili a fornire un riscontro specifico sull’interazione diretta del cliente con lo specifico marchio.

L’e-commerce si troverà quindi ad analizzare i carrelli abbandonati e il loro contenuto. Il servizio di streaming a verificare eventuali account disattivati in seguito a variazioni nel prezzo del servizio. La piattaforma di gioco online a controllare il numero delle registrazioni che garantiscono accesso a particolari promozioni, come i bonus casino senza deposito, attivate in un determinato periodo.

Tutti esempi di come i brand studiano le nostre preferenze per poi sfoderare il proprio ventaglio di offerte in base alla propensione del singolo o di determinati gruppi: proposte che sono ovviamente differenti per ogni marchio, come emerge chiaramente nell’analisi effettuata in questa guida dedicata alle diverse promozioni e offerte erogate nel settore del gioco pubblico.

C’è un’ultima categoria di dati che vale la pena menzionare, ed è quella degli Attitudinal data. In questo caso è l’utente a fornire direttamente un riscontro circa un prodotto o un servizio, e non il marchio a desumerlo dal suo comportamento. Questo avviene mediante recensioni, sondaggi, focus group, tutte attività alle quali spesso ci ritroviamo a partecipare nella speranza di dare un contributo migliorativo all’esperienza altrui o a una nostra esperienza futura.

Customer data strategy: dalla teoria alla pratica

È dunque la combinazione di queste quattro categorie di dati che conduce i brand alla costruzione di precisi profili dei propri clienti, un’attività che si è resa sempre più necessaria per distinguersi nell’oceano di scelta che internet rappresenta.

Non è infatti più sufficiente incanalare gli utenti in categorie, ma è invece necessaria un’approfondita analisi delle necessità del singolo, mirata alla costruzione di una customer data strategy efficace nel garantire ai clienti i prodotti giusti e adeguati.

Un potere immenso che deriva da azioni che il singolo utente, nella maggior parte dei casi, nemmeno ricorda di aver compiuto, ma che si rivelano di fondamentale importanza per qualsiasi azienda che intenda operare nel web, e non solo.

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