Occasione ghiotta e reperti mai usciti dai depositi esposti in assoluto per la prima volta
Nelle sale splendidamente decorate da artisti come Giuseppe Abbate e Fausto Niccolini sono stati sistemati affreschi, statue e marmi che permettono di ricostruire la storia delle antiche città campane e toccare con mano la ricchezza dei principali monumenti che in esse erano ospitati.
L’occasione è ghiotta non solo per gli studiosi, ma anche per i curiosi che vogliono vedere reperti mai usciti dai depositi ed esposti in assoluto per la prima volta. Ogni sala della sezione ospita oggetti provenienti da una singola città: si passa da Puteoli a Cuma, da Baia a Capua ed ovviamente Pompei ed Ercolano. I pezzi esposti sono dei veri e propri gioielli, alcuni dei quali sono preziosissimi, come ad esempio la lucerna d’oro massiccio, dono di Nerone al tempio di Venere a Pompei oppure la iconica quadriga proveniente dal tempio di Augusto ad Ercolano e purtroppo non conservata integra.
Passeggiando per le stanze si possono incontrare cose particolari come un ciclo di affreschi dedicati ad Ercole e provenienti da Pompei, le bellissime statue di Apollo e Diana ma attira l’attenzione un monumentale busto di Giove che, ai più attenti conoscitori della storia di Napoli, richiamerà alla mente Palazzo Reale.
Nel corso degli scavi promossi a Cuma dal viceré don Ramiro de Guzman, duca di Medina de las Torres, fu ritrovato un colossale torso di un Giove seduto. Trasportato a Palazzo Reale, fu esposto nella nella piazza antistante per volontà del nuovo vivere don Pedro Antonio d’Aragona. La scultura, originariamente seduta, fu scalpellara lungo il bacino per ottenere un corpo eretto: la sua gigantesca mole indicava il punto di confluenza nel Largo di Palazzo della Salita di Santa Lucia, che da allora prese il nome di “Salita del Gigante” e della strada che portava alla Darsena. Nel 1807 la statua fu smontata e trasferita nei depositi del Real Museo Borbonico fino ad oggi e forse la possiamo interpretare come il simbolo della rinascita del Museo Archeologico Nazionale, che negli ultimi anni grazie al lavoro del direttore Paolo Giulierini, ha reso il museo una delle eccellenze di Napoli.
a cura di Antonio Sorrentino