L’Italia è famosa in tutto il mondo per la sua grande tradizione regionale. Ecco tutto quello che c’è da sapere
L’Italia è famosa in tutto il mondo per la sua grande tradizione regionale, caratteristica che si ritrova in molti elementi della vita comune nel BelPaese, a partire dalla tavola, con ciascuna regione in grado di offrire piatti tipici talvolta sconosciuti ad abitanti distanti solo un centinaio di chilometri. Un’altra grande passione della popolazione italiana è legata al gioco, sia che si tratti di giochi di società sia di comune carte da gioco. Quelle napoletane sono indubbiamente le più celebri, insieme alle piacentine, ma non esistono solo queste: il panorama italiano è molto vasto e sono presenti anche mazzi di altre regioni.
Il mazzo napoletano richiama allo stile spagnolo e sono certamente le più note a livello italiano, sia nelle partite che animano le tavole di case e bar sia nel mondo online: anche nei giochi di carte in versione digitale il mazzo napoletano gode di buona popolarità (si pensi ai giochi di scopa, scopone, briscola o tressette). Pur essendo originarie del capoluogo campano, sono diffuse ampiamente in tutto il Sud Italia. Il numero di carte è comune a quello di quasi tutti i mazzi, 40, con dimensione 50×83 mm. Le figure sono disegnate intere e alcune di queste presentano particolarità rispetto ad altri mazzi. Ad esempio il fante viene raffigurato con tratti tipicamente femminili, per questo viene comunemente chiamato “la donna”. Anche il re di denari ha una denominazione particolare, la “matta”. Questo avviene perché in taluni giochi, come il sette e mezzo, assume il valore che vuole il giocatore. Osservando da vicino la raffigurazione sulle carte, è possibile comprendere la loro datazione. Esattamente come nel caso del mazzo siciliano, la diffusione risale al XVI secolo e il dato traspare dalle acconciature e dai baffi che si ritrovano nelle figure, principalmente cavallo e re. Nel caso del tre di bastoni, inoltre, è impossibile non notare la maschera che tiene insieme i tre ceppi: è soprannominato Gatto Mammone a causa dei baffi particolarmente grandi che richiamano alle vibrisse proprie dei gatti.
Altre caratteristiche di questo mazzo sono i denari che vengono raffigurati a forma di stelle e l’asso di questo seme, che assume le sembianze di un’aquila a due teste, rappresentazione storicamente usata per rappresentare l’unione di due imperi (e adottata per la prima volta dall’imperatore romano Costantino I). Molto interessante, inoltre, è la rappresentazione del cavallo di spade. Il personaggio richiama enormemente ad un moro con il turbante in testa e la scimitarra in mano. Anche in questo caso spicca l’elemento in comune con la Sicilia, territorio per l’appunto conquistato dai mori (o moreschi), un termine usato per identificare i musulmani di Nordafrica, penisola iberica e isola siciliana.
In linea generale, a prescindere dalla tipologia di mazzo, si presuppone che le carte da gioco siano arrivate in Italia a partire dalla metà del XVI secolo. Il primo luogo in cui è stata attestata la loro presenza è la Firenze del 1377: è possibile avere una tale precisione perché è datato in quell’anno un editto cittadino che proibiva il gioco delle carte (e d’azzardo, in quel caso) nelle strade cittadine. È perciò lecito supporre ad una loro diffusione già alcuni anni, o decenni prima.