I Vini de ‘La Fortezza’ protagonisti della sfida tra cucina partenopea e bolognese

Le etichette ottenute da uve Piedirosso e Aglianico in abbinamento alle due varianti della lasagna proposta dalla pizzeria ‘Gorizia 1962’ a Napoli

I vini del Sannio per accompagnare un viaggio nel gusto all’insegna di piatti simboli della tradizione gastronomica partenopea ed emiliana. Napoli e Bologna, due città dove il cibo assume valore di sacralità, si sono ritrovate a tavola nella cornice ‘Pizzeria Gorizia 1962’ (via Albino Albini, traversa di via Cilea), locale inserito nell’Albo cittadino degli Esercizi e delle Botteghe storiche.

I vini protagonisti sono quelli prodotti da ‘La Fortezza’, l’azienda di Torrecuso guidata da Enzo Rillo, che sono stati abbinati ai piatti preparati dalla brigata dello storico locale vomerese, guidata dal patron Antonio Grasso e composta da Claudio Guasco e Federico Curcio.

In passerella le etichette Sannio Dop Piedirosso e Sannio DOP Aglianico, compagne ideali per il menù proposto, che ha previsto un confronto tra le versioni partenopea e bolognese delle Lasagne, piatto tipico del Carnevale.

La sfida è proseguita con Napoli che ha portato in tavola l’immancabile Parmigiana di melanzane, con la risposta di Bologna affidata al tipico Friggione, piatto a base di cipolle e pomodori, che è stato riproposto nella versione della ricetta registrata alla Camera di Commercio bolognese.

La serata è stata chiusa con il dolce, con la doppia versione della Zuppa inglese. Proprio il dolce rende bene l’idea di quello che è lo spirito che ha ispirato questa serata conviviale, vale a dire esaltare le tante sfaccettature della cucina italiana, una variegata cucina regionale ricca di tante tipicità e, soprattutto, ricca di fantasia.

Secondo i bolognesi, la Zuppa inglese rappresenta il risultato di un primordiale dolce preparato nel XVI secolo, presso la corte dei duchi d’Este, quale rielaborazione di un dolce rinascimentale anglosassone, la cui ricetta giunse a Bologna grazie ad un diplomatico di ritorno da Londra. Dopo oltre due secoli, agli inizi dell’Ottocento, la zuppa inglese sarebbe poi stata divulgata da Vincenzo Agnoletti, pasticciere romano che lavorava alla corte ducale di Parma. Risale a questo stesso periodo l’ipotesi dell’origine partenopea, con una variante che la farebbe risalire alla fine della Repubblica Partenopea.

Ferdinando I, al quale gli inglesi restituirono il trono, volle onorarli con una festa in onore dell’ammiraglio Nelson e in quel pranzo venne offerto un dessert, preparato con avanzi di dolci secchi, rum e crema pasticcera: il maggiordomo avrebbe detto al cameriere “Porta questa zuppa all’inglese!“.

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