Dopo nove mesi di restauro riapre al pubblico la Prima Anticamera di Palazzo Reale a Napoli. Arrivare alla Sala del Trono in epoca borbonica era molto complicato, non tutti i richiedenti udienza al Re potevano accedere direttamente alla Sala del Trono. Così nacque l’usanza di “fare anticamera“, ossia di fare attendere i nobili che volevano un colloquio con Carlo in determinate stanze, che fungevano da moderne sale d’aspetto. Palazzo Reale ne ha ben tre: la prima era quella più lontana, la seconda intermedia e la terza dava direttamente sul trono.
Il restauro è stato un sapiente lavoro filologico basato sullo studio degli inventari e delle fonti iconografiche e bibliografiche per cercare di ricostruire quale dovesse essere il volto di questa stanza, profondamente modificata dai Savoia nel 1861 seguendo il gusto del neobarocco allora di moda. Le foto dei primi del Novecento hanno aiutato nel loro lavoro i restauratori, che hanno cercato di ricostruire tende e tappezzerie come dovevano apparire agli occhi dei Borbone. Inoltre questa sala fu gravemente danneggiata dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale e utilizzata come ristorante dai militari.
Due monumentali specchiere in legno dorato catapultano il visitatore indietro nel tempo, però ciò che attira l’attenzione è senza dubbio il monumentale affresco del soffitto, opera di Francesco De Mura ed eseguito per celebrare il matrimonio tra Carlo di Borbone e Maria Amalia di Sassonia. Esso rappresenta il Genio Reale e le virtù del Re e della Regina (Fortezza, Giustizia, Clemenza e Magnanimità per lui, Fedeltà, Prudenza e Bellezza per lei) mentre in basso Imeneo, il dio romano che proteggeva i matrimoni, scaccia la Malignità ed il Furore.