Il volto del “Ragioniere Casoria”, da Asti al doppiaggio dei cartoon
“Lei con quegli occhi mi spoglia, spogliatoio!”. Quegli occhi concupiscenti di fronte a Totò-Lola, figlia del Maggiore dei Bersaglieri a riposo Nino Taranto in “Totòtruffa ’62” erano quelli di Luigi Pavese.
Astigiano, nato nel 1897, caratteristica eclettico al punto da recitare in ben 170 film durante tutta la sua carriera, ha legato il suo volto (e ancor di più la sua voce, ferma e stentorea) al grande cinema di Totò. Oltre al “padrone di casa”, Pavese fu il famigerato Ragioniere Casoria ne “La Banda degli Onesti”, quello che il portiere Antonio Bonocore piglia a esempio con il tipografo Loturco (interpretato da Peppino De Filippo) per spingerlo a imbarcarsi nel mondo dei falsari. Recitò anche in moltissime altre pellicole con il Principe della Risata, da “Chi si ferma è perduto”, passando per “Signori si Nasce” e “Totò le Moko”, fino a “Totò Diabolicus”.
Il suo è di solito il ruolo dell’autorità. Poliziotto, amministratore di condominio, padrone di casa. Vestito bene, con l’occhialino da scrivano, dotato di voce potente. E’ il “cattivo” che spesso abusa del suo potere e che Totò, tra lazzi, scintille, sfottò e ingegnose trovate, disarma della sua tempra da caporale.
Il sodalizio con De Curtis è stato antico. Risaliva ai tempi de “L’Allegro Fantasma”, girato e pubblicato nel lontano 1941. Qui Pavese interpretava il ruolo di Temistocle. Accanto a loro, in quel film, c’era anche un altro gigante del cinema e del teatro italiano, Paolo Stoppa.
Pavese, dopo il cinema, vivrà una seconda vita artistica da doppiatore. Sarà uno dei precursori dell’arte del doppiaggio e presterà la sua voce ad attori del calibro di Anthony Quinn, Gene Evans, Lon Chaney jr. Interpretò le voci dei protagonisti di film di ogni genere, dal Western (lavorò anche in “Per qualche dollaro in più”), fino ai cult come “Torna a Casa, Lassie!”, “La Gatta sul Tetto che scotta”, “Lilli e il Vagabondo” (dove presta la sua voce al personaggio di Boris, nell’edizione italiana del 1955).