Archeologia industriale e natura: questa è Morigerati

Il borgo medievale, bandiera arancione e raro esempio di eccellenza e qualità

Un borgo smussato e plasmato dal Bussento, il fiume a carattere torrentizio che attraversa il paese per ben sette chilometri, modificandone la morfologia, la cultura, la vita sociale e l’anima economica e produttiva. Attorno all’acqua, Morigerati ha scandito la sua quotidianità, costruito per secoli le loro attività lavorative: la coltivazione e la filatura delle fibre tessili come lino e canapa, la molitura del grano, la lavorazione del ferro. Mestieri di cui Morigerati ha conservato il ricordo, ormai tramandato solo oralmente, pur continuando a custodire gelosamente i suoi opifici, rari esempi di archeologia industriale.

Lungo il Bussento troveremo i mulini ad acqua che, assieme alla ferriera, rappresentano l’accostamento visitabile di un pezzo di storia cilentana. Raggiungibili passando dal centro abitato, i mulini sono ubicati in un paesaggio di ontani e salici, muschi e felci, cascatelle e laghetti: furono dismessi sia con l’avvento, agli inizi degli anni ’60, di nuove tecniche di lavorazione del grano – trasportato con buoi, asini o sulla testa dei contadini – sia a causa della forte emigrazione.

Fuori dal centro abitato è localizzata la ferriera, a Valle della Corte, realizzata attorno alla metà del XIX secolo, utilizzata per trasformare e lavorare i materiali ferrosi: un grande esempio di archeologia proto – industriale, con oltre 450 metri quadrati di superficie, fino a poco tempo fa sepolti da circa tre metri di terra e camuffati da una fitta macchia mediterranea. Per raggiungerla, occorre allontanarsi dal centro di Morigerati ed imboccare la provinciale in direzione di Vibonati e Sicilì.

Posteggiata l’auto in piazza della Porta, si prosegue per l’oasi WWF, dal cui ingresso si imbocca la mulattiera della lunghezza di circa un chilometro, lastricata in pietre e in parte scavata nella roccia. Dopo una serie di tornanti in discesa, si arriva alle gole del Bussento. Qui, tra giochi di colori e di rumori della natura, sorge il mulino ad acqua.

Dopo aver visitato la valle fluviale del Bussento e le sue grotte, si può risalire il sentiero, fino all’inghiottitoio di Caselle in Pittari, altrimenti si torna indietro verso l’ingresso dell’oasi WWF, magari sfruttando la monorotaia, di prossima installazione, alimentata da energia alternativa – l’unica in Italia -. Raggiunta la sommità della rupe, spingendosi verso il centro di Morigerati, in una coltivazione fitta tra fichi d’india, olivi e fichi, si può sostare al Museo Etnografico: una museo della civiltà contadina che documenta gli usi e i costumi cilentani.

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