Avellino: il capoluogo dell’Irpinia

I monumenti in mezzo alla città moderna

di Giuseppe Scarica

Il nostro itinerario si snoda in torno a quella che è attualmente una delle arterie principali del capoluogo irpino. Corso Umberto I. La prima sosta del nostro itinerario è in piazza Castello, proprio di fronte al moderno Teatro Gesualdo,troviamo ciò che resta del Castello della città. Iniziato dai Longobardi nel VI secolo, sorge stranamente nel punto più basso della città. Numerosi gli avvenimenti storici legati alla fortezza, uno su tutti la nomina da parte dell’antipapa Anacleto di Ruggero II  al capo del regno delle Due Sicilie. I Caracciolo nel corso del XVI secolo dotarono il castello del parco e del lago artificiale regalandogli il suo momento più alto. Attualmente ciò che resta dell’originaria struttura è in fase di recupero e conservazione.

Lasciata Piazza Castello imbocchiamo via Seminario, una delle arterie che si immettono nella piazza, percorrendola a piedi per circa 400 metri e che ci permettono di raggiungere il Duomo. La principale chiesa di Avellino sorge su i resti  di una ancora più antica, quella di Santa Maria risalente al 960 e della quale l’odierna struttura conserva ancora la base del campanile. Nel corso dei secoli il Duomo ha subito influenze e modifiche sia in stile neoclassico che in barocco. La cripta romanica nucleo originale della chiesa, a croce latina, ospitava i cadaveri in maniera transitoria prima di essere accompagnati alla sepoltura.

Nel vecchio rione “la Terra” collegato al Duomo da una discesina troviamo il palazzo De Conciilis risalente al XVIII secolo, passato alla storia per aver ospitato Victor Hugo. Attualmente è di proprietà del comune e ospita al suo interno una vasta biblioteca , un auditorium ed la sede di alcune associazioni culturali che gli hanno fatto guadagnare il titolo di Casa della Cultura Victor Hugo.

Lasciando il duomo e l’omonima piazza, seguiamo il tracciato urbano di via Nappi e via De sanctis, per immetterci sul Corso Europa, dal duomo percorreremo circa 1,5 km ma ne vale la pena. Durante la nostra passeggiata possiamo rifocillare lo spirito in uno dei polmoni vedi della città, la villa comunale. La villa è ciò che resta dell’antico orto botanico nato nel corso del Principato. L’attuale varietà di flora presente è derivante dal lavoro iniziato nel 1893 dall’economista Federico Cassitto , spicciano tra le tante i tigli ed i platani. Lasciata alla nostra destra la villa, sulla stessa direttrice imbocchiamo l’ingresso di quello che è conosciuto come l’ex Carcere Borbonico il più imponente tra i monumenti della città di Avellino. Riaperto nel 2011 oltre alla Pinacoteca Provinciale e il Lapidario  ospita le sale del museo archeologico Irpino.

Il nostro itinerario ripercorre a ritroso il percorso precedente per portarci questa volta su  Corso Umberto I elegante strada dello shopping. Dopo appena 100 metri alla nostra sinistra si erge la Torre dell’Orologio simbolo della città ed alta 36 metri è stata costruita nel XVII su disegni di Cosimo Fanzago.

Poco più avanti sempre alla nostra sinistra, si erge maestosa e candida la Fontana di Bellerofonte (o anche dei Caracciolo) opera di Fanzago e commissionata sempre dai Caracciolo, a conferma dello splendore della città alla loro epoca. La fontana distribuisce l’acqua proveniente dal monte Partenio, attraverso tre uscite, da queste il nome popolare della fontana dei “tre cannuoli”.

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