Lapilli oltreoceano, affreschi ed oggetti conservati al Field Museum
Nell’aprile del 1897 Vito Antonio Cirillo a Boscoreale, nel suo fondo nei pressi dell’attuale piazza Vargas (allora piazza Mercato, fra la linea ferroviaria e l’attuale piazza), trova delle antiche mura di epoca romana. Venutone a conoscenza l’onorevole Vincenzo De Prisco ne acquista il terreno e, ottenuti i regolari permessi, esegue parziali scavi in società con il fratello Pietro, dal 25 ottobre 1897 al 5 febbraio 1898.
Ne viene fuori una villa rustica, ma data la povertà dei ritrovamenti lo scavo viene presto abbandonato e ricoperto non senza aver staccato dal muro l’affresco del larario e recuperato alcuni oggetti in vetro, terracotta ed un piccolo balsamario in alabastro. Negli ambienti vicino al torcularium vengono rinvenuti ben 4 scheletri umani, di cui non si riuscì a fare i calchi. Ricoperta dopo lo scavo, oggi sopra le sue rovine sovrastano palazzi di civili abitazioni.
L’affresco del larario insieme ad altri oggetti provenienti dalla villa della Pisanella e da altre ville scavate dal De Prisco, prese la via d’oltreoceano arrivando fino a Chicago dove oggi è conservato al Field Museum.
Il curatore del Catalogo dei reperti provenienti da Boscoreale fu l’archeologo, studioso di antichità romane, Herbert Fletcher De Cou che morì assassinato sulle colline dell’Acropoli di Cirene in Nord Africa (l’odierna Libia) l’11 marzo 1911 poco prima di finire il suo manoscritto. Il Catalogo fu terminato dal suo collega F.B. Tarbell nel 1912 e pubblicato dal Museo, descrive più di quaranta reperti provenienti da Boscoreale, la maggior parte dalla Villa della Pisanella o del Tesoro, e da altre ville scavate sempre da Vincenzo De Prisco.
Si può dire che Herbert Fletcher De Cou sia morto di archeologia, il suo assassinio, mai risolto, merita di essere raccontato.
De Cou era un membro serio e studioso della missione dell’Archeological Institute of America che era arrivata in Cirenaica nel 1910 per scopi esplorativi e scientifici “soffiando” il sito agli italiani che avevano mire non solo archeologiche ma anche coloniali.
Il motivo dell’uccisione non fu di natura personale, come vollero far credere in un primo momento, ma politica, in realtà gli assassini volevano contrastare l’impresa archeologica spingendo gli americani fuori dal paese a favore degli italiani che stavano prendendo possesso sempre di più di quel paese. L’Italia dichiarò guerra alla Turchia sei mesi dopo l’assassinio dell’americano fino ad annettere la Tripolitania e la Cirenaica come proprie colonie con il trattato di Losanna del 17 ottobre del 1912.
Fu però ucciso l’uomo sbagliato per pura fatalità, in quanto il vero obiettivo era il capo della spedizione americana, Richard Norton,un bostoniano cosmopolita, vero leader del gruppo.
La tomba dell’americano, innocente vittima di archeologia, rimasta a Cirene è stata sempre rispettata sia dagli arabi che dagli italiani e, come ha scritto il suo amico Norton, il suo sangue ha aggiunto una nuova bellezza all’asfodelo che fiorisce tra le rovine addormentate di Cirene.
Fra i pezzi conservati in questo Museo che si interessa di storia naturale e di antropologia, ne ricordiamo alcuni provenienti dalla villa della Pisanella o del Tesoro di Boscoreale scavata nel 1895.