In via dei Tribunali, un museo che racchiude il patrimonio storico culturale della napoletanità
Esiste un luogo, a Napoli, che custodisce intatta la storia di questa città e un museo, ilCartastorie, che la racconta al grande pubblico.
In via dei Tribunali, lo storico Palazzo Ricca è sede dell’Archivio della Fondazione del Banco di Napoli, che si estende per oltre 330 stanze e conserva la documentazione degli otto banchi pubblici napoletani – Monte di Pietà, Monte dei Poveri, Banco della SS. Annunziata, Banco di S.Maria del Popolo, Banco dello Spirito Santo, Banco di S.Eligio, Banco di San Giacomo e Vittoria – che sorsero in città tra il XVI e il XVII secolo con diversi scopi filantropici.
Questi furono poi riuniti nel XIX secolo, durante il decennio francese, nel Banco delle Due Sicilie che divenne, a seguito dell’Unità d’Italia nel 1861, il Banco di Napoli.
Cosa conserva un archivio bancario da oltre quattro secoli?
Per prima cosa il nome di tutti i correntisti registrati in apposite rubriche chiamate pandette; poi i libri maggiori, ovvero i volumi che riportavano i movimenti dei conti dei clienti.
Nell’archivio, inoltre, si trovano i libri copia polizze, volumi nei quali si ricopiavano integralmente tutte le fedi di credito che erano consegnate al Banco per la riscossione dei ducati e che raccontano, parallelamente, la storia della città di Napoli. Al loro interno si può leggere, ad esempio, dell’arrivo di Caravaggio, dei pagamenti ai dottori durante la peste oppure dei lavori per il Teatro San Carlo
Cos’era una fede di credito? Si potrebbe definire l’antenato del nostro assegno circolare ma anche il sistema sul quale si basò l’economia della popolazione napoletana.
I clienti versavano presso il banco i ducati e ricevevano in cambio una fede di credito di pari valore che potevano utilizzare per qualsiasi acquisto. Sulla fede di credito si scriveva cosa si pagava e a chi si pagava; la persona che la riceveva per il pagamento andava poi al banco e, presentandola, riceveva i ducati che le spettavano. Con le fedi di credito si poteva fare qualsiasi acquisto. Sono conservate fedi di credito per pagare il vino, l’affitto, le prestazioni di un medico o di un insegnate, il trasporto di merce, opere d’arte o lavori per la Reggia di Capodimonte. Le causali delle fedi di credito erano ricche di dettagli molto minuziosi e alcune superavano addirittura la lunghezza di due pagine.
Il CantaStorie, un museo unico nel suo genere, ha realizzato un percorso interattivo e multimediale che dà voce alle storie di questi documenti. Il museo si sviluppa all’interno di alcune stanze dell’archivio stesso, nelle quali il visitatore è circondato da pandette ed altri documenti originali.
Lungo il percorso si possono ascoltare le storie dei protagonisti, ma soprattutto dei coprotagonisti, della storia di Napoli attraverso i documenti dell’archivio.
L’idea del museo è nata dalla sinergia tra la fondazione Banco di Napoli e l’associazione culturale Nartea.
Tra gli scaffali, i circa 300.00 volumi che compongono l’insolita collezione, le migliaia fede di credito, raccontano le storie più o meno note della napoletanità di quel tempo. Le sale del museo, interattive, sono divise per tematiche: si passa dai musicisti agli episodi storici, fino a risalire alle donazioni del popolo a San Gennaro, agli “ordini” che ricevevano gli artisti, da Verdi a Doninzetti, passando per il principe di Sangro.
Le fedi di credito sono, quindi, delle vere e proprie memorie storiche parlanti: la loro descrizione dettagliata ci permette di risalire a persone, contestualizzarle, immaginare le opere commissionate e constatarle la reale esecuzioni.
Gli scaffali sono intervallati da pannelli multimediali che, a loro volta, rendono ancora più interessante la visita di questo “contenitore”: ci si potrà trovare, per esempio, di fronte ad Angelo Carasale, architetto “arricchito” e progettista del Real Teatro di San Carlo che esprime la sua versione dei fatti, in una sorta di processo partecipato.
Voci e suoni ma anche i rumori del mercato fanno da sfondo alla visita del CantaStorie: ottanta chilometri di scaffalature che contengono diciassette milioni di nomi, centinaia di migliaia di pagamenti e dettagliate causali che ricostruiscono la storia della città e di tutto il Mezzogiorno, dal 1573 sino ai giorni nostri.
La collaborazione con l’associazione culturale Nartea, inoltre, farà dell’archivio storico un luogo ancora piu “vissuto” attraverso le storie raccontate dalle visite teatralizzate, gli incontri e gli appuntamenti dedicati ad uno “svisceramento” di racconti, di persone.
Una vera e propria nuova vita da donare a questi documenti, che fanno parte di un patrimonio storico culturale che ingolosisce la mente ed il cuore di tutti gli amanti della napoletanità.
Biglietto prezzo: 5,00
Ingresso e visita guidata prezzo: 7,00.
di Rosanna De Simone e Giuseppe Scarica