La fortezza che osserva tutta la città dalla splendida collina del Vomero
Verso dal fine del XVIII secolo, il re Ferdinando IV di Borbone commissionò al cartografo Zannoni una mappa che illustrasse tutto il suo Regno. L’Atlante geografico del Regno di Napoli fu ultimato nel 1812, il cartografo aveva individuato Napoli come centro di tutto il regno e da essa si contavano tutti i paralleli e tutti i meridiani. Ma quel era il centro del centro? In una citta così grande Zannoni quale luogo aveva individuato come il centro assoluto? Castel Sant’Elmo!
Sulla collina del Vomero si erge il Castel Sant’Elmo. Dalla sua posizione sembra quasi osservi tutta la città e la protegga in silenzio. Il castello ha origine dal castellum Belforte voluto da Roberto d’Angiò su una precedente torre di avvistamento di epoca normanna. In realtà il nome Castel Sant’Elmo deriva dalla primissima costruzione fatta su quelle terre, ancor prima della torre di avvistamento, ovvero una chiesa dedicata a Sant’Erasmo.
Nella tavola Strozzi, il dipinto del XV secolo che mostra Napoli dal mare, il castello ha una forma ben diversa da quella che possiamo vedere oggi. Infatti in origine il castello aveva un muro di cinta circolare e delle torri. Il particolare muro di cinta a forma di stella a sei punte è stato realizzato durante il vice regno-spagnolo di Don Pedro de Toledo. Il vicerè volle potenziare le difese del castello inglobando la vecchia struttura di epoca angioina nella nuova cinta muraria; priva di torrioni era più difficile da attaccare e più semplice da sorvegliare. La nuova cinta, così come il castello angioino, furono realizzati in tufo giallo, la pietra più frequente a Napoli. Allo scopo di rendere la struttura ancora più impenetrabile fu costruito anche un fossato lungo il perimetro e un ponte levatoio.
Tra i castelli napoletani Castel Sant’Elmo è stato quello più attaccato, dopotutto conquistarlo significava quasi regnare sulla città! E’ stato preso d’assalto innumerevoli volte ma non solo dai nemici del regno, anche dai napoletani stessi, soprattutto in tre occasioni: quando si ribellarono all’istituzione del Tribunale dell’Inquisizione, durante la Rivoluzione di Masaniello, e ad inizio del XIX secolo dai repubblicani!
Dopo l’Unità d’Italia il castello mantenne solo la funzione di carcere, ed è stato così fino al 1980. Successivamente il castello è stato riqualificato come luogo di cultura. Oltre ad ospitare mostre e convegni, ci sono il Museo del Novecento e la Biblioteca di Storia dell’Arte Bruno Molajoli.
Perché visitare il castello? In primis perché il Museo del Novecento accoglie le opere di artisti napoletani aderenti alle correnti del Futurismo, Neorealismo, Gruppo Sud; dimostrando come gli artisti napoletani sono sempre stati attenti alle tendenze internazionali.
Altro motivo è passeggiare sul Piazzale delle Armi, dove in antichità c’erano le stanze del castellano e degli ufficiali, da qui si può avere una visuale di Napoli a 360°. Percorrendo il perimetro del piazzale si riconosce Spaccanapoli, Mergellina e ovviamente il mare e le isole. Sembrerà anche a voi di poter proteggere tutta la città. Poi scendendo verso il ponte levatoio camminerete per le grandi sale del castello e le sue ampie finestre regalano ancora una volta un bellissimo sguardo sulla città.
Aperto tutti i giorni dalle 8.30 alle 19.30.