Emblema medievale miscuglio di stili e storie
Il belvedere di San Leucio offre un panorama mozzafiato che abbraccia il mare, la Reggia, la piana di Terra di Lavoro. Abbandonato a seguito della costruzione della nuova Caserta, intorno alla Reggia Borbonica, il borgo ha riacquistato fama negli ultimi decenni, un po’ per la sua posizione, in collina al riparo dalla calura estiva, un po’ grazie ai tanti eventi che vi si organizzano che hanno riportato alla ribalta un notevole patrimonio artistico e monumentale. La passeggiata tra i vicoli ci fa incontrare palazzi con logge e bifore, come palazzo Ferraiuolo, la casa Farina del col portale del XII secolo e l’imponente struttura dell’ex seminario.
La costruzione della cattedrale di San Michele Arcangelo, forse avvenne sui resti di una precedente chiesa longobarda, visto che già in una bolla del 1113 (bolla di Senne), che enumera le chiese della diocesi affidata al vescovo Rainulfo, si ricorda anche quella di “S. Michaelis Archangeli, quae est Sedes tua Episcopalis”. Si è pensato, quindi, che fosse qui già esistente una piccola chiesa in cui si venerava il santo.
La chiesa è un miscuglio di stili, sulla scia dei templi di Amalfi, Gaeta e Sessa Aurunca il romanico incontra il benedettino come un’ideale via di mezzo tra Monreale e Montecassino.
La facciata, posta ad occidente come da tradizione, è a salienti e riflette l’interno a tre navate; è caratterizzata da tre portali in marmo bianco di Luni (che contrasta con la muratura tufacea color grigio-ocra) con ornati vegetali che riprendono iconografie antiche. Sculture zoomorfe sostengono gli architravi e fuoriescono, a mensola, dalla muratura. Il timpano è caratterizzato da una serie di archetti ciechi intrecciati a formare ogive poggianti su sei colonnine di marmo. Una cornice ad archetti pensili corre su tutte le facciate. Il prospetto meridionale è decorato con losanghe marmoree, mentre il lato opposto è caratterizzato da forme ellittiche. La cupola, nascosta da un tiburio ottagonale, risale anch’essa all’intervento voluto dal vescovo Stabile (1207-1216) e presenta all’esterno influssi siciliani che la accomunano alla coeva cattedrale di Salerno. Sono presenti analogie con chiese di Ravello della fine del XII secolo (San Giovanni del Toro e Santa Maria a Gradillo) anche se la cupola di Caserta supera per imponenza quelle più o meno coeve della costiera amalfitana.
Il campanile del Duomo domina l’intera valle ed il borgo sottostante è di epoca più “recente” , risale al 1234 e lo dimostrano le influenze gotiche. La torre è ottagonale con due piani di bifore a sorreggere la cupola. L’arco che dà accesso alla pizza mostra quattro lapidi che ricordano le visite di Papa benedetto XIII
L’interno della cattedrale offre una approccio suggestivo dato dai 46 metri di profondità che si stagliano nella navata centrale divisa dalle due laterali da 18 colonne provenienti da un tempio romano. L’acquasantiera all’ingresso è ricavata direttamente da un capitello corinzio del quarto secolo. Sulle pareti è ancora possibile ammirare qualche resto di affreschi risalenti all’epoca medievale, tra cui la Madonna col bambino. All’interno della sacrestia è conservato uno stupendo crocifisso ligneo di del ‘300.
L’organo, costruito dalla ditta Consoli e donato al Duomo di Casertavecchia dal parroco pro-tempore mons. Pietro De Felice il 2005, è costituito da una consolle elettronica con due tastiere e pedaliera e da un corpo di canne situato nell’abside, alle spalle dell’altare maggiore, con mostra composta da canne di Principale. I registri reali sono cinque e sono comandati dalla prima tastiera (Grand’Organo).
Gli orari del Duomo:
Invernale: dalle ore 09.00 alle ore 13.00 e dalle ore 15.30 alle ore 18.00
Estivo: dalle ore 09.00 alle ore 13.00 e dalle ore 15.30 alle ore 22.30