Tra natura e scorci di ineguagliabile bellezza in provincia di Salerno
di Giuseppe Scarica
Si parte da Vietri Sul Mare lasciando l’uscita autostradale ricavata sul pendio del monte per scendere verso il borgo antico di Vietri che ci dà il benvenuto col su biglietto da visita più famoso, la cupola maiolicata del Duomo. Comunemente conosciuto come il “Duomo” è la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, risalente al X secolo, restaurato per l’ultima volta nel ‘600 e da allora palesa forme di tardo rinascimento. Maestosa è l’immagine sulla facciata del Santo mentre all’interno fastosi sono gli altari barocchi interamente decorati da maioliche. Alla sinistra della parrocchia, troviamo l’Arciconfraternita dell’Annunziata e del Rosario al cui interno possiamo ammirare affreschi risalenti al ‘700. Il borgo, incastonato sulla roccia e sospeso sul mare offre scorci che spaziano in tutto il golfo di Salerno, con le strette viuzze che richiamano la maiolica in ogni angolo. Merita una toccata anche la chiesa di Santa Maria delle Grazie con all’interno affreschi delle scuola del Solimena. Pochi però conoscono il Museo Provinciale della Ceramica, nella piccola frazione di Raito, all’interno di Villa Guariglia. Il complesso comprendente la “torretta” ed uno splendido parco danno alla maiolica vetriese il giusto riconoscimento. Inaugurato nel 1992 attualmente conta 3 tre sezioni la più recente dedicata alla “riggiola” campana. Lasciata Vietri, la sinuosa SS163 ci porta a conoscere il borgo di pescatori di Cetara. Si lascia l’auto al parcheggio per scendere tra le stradine e gli scalini fin giù alla spiaggia. E’ qui che nelle friggitorie e nelle locande si può passeggiare quella che è conosciuta in tutta la regione come la Colatura dell’Alice di Cetara . All’acciuga è dedicata anche la festa nella Notte delle Lampare nel corso della quale quale viene rievocata la, da parte dei pescatori, la storica pesca delle alici. Merita la nostra attenzione anche il paesaggio architettonico del borghetto, caratterizzato dal Convento con l’annessa chiesa di San Francesco con all’interno una rappresentazione della deposizione e della Trinità ad opera del cetarese Benincasa.
Lasciamo Cetara e la nostra prossima sosta è a Maiori. In parte ricostruita dopo l’alluvione del 1954 Maiori è divisa in due, il borgo marinaro e la parte più moderna sorta proprio a seguito dell’alluvione. Il corso regina taglia in due il centro del borgo ed è la strada principale arteria della cittadina. Su questa direttrice sorge il Palazzo Mezzacapo ,attualmente sede della Biblioteca Comunale, dell’archivio storico e del laboratorio culturale, un tempo residenza del Marchese Mezzacapo è ornato con sontuosi giardini a forma di croce di Malta. Il borgo è dominato dall’alto dalla Coleggiata di Santa Maria del Mare le cui origini risalgono al XIII secolo, ma dedicata a Santa Maria solo nel 1769. All’interno un pregevole soffitto dorato a cassettoni, del 1529, la cripta del XIII secolo e la sagrestia. La cupola è rivestita in ceramica maiolicata. Annesso alla chiesa un piccolo Museo di Arte Sacra con reperti risalenti anche al XV secolo. La chiesa di San Francesco attualmente in stile settecentesco e datata 1400 distrutta e ricostruita diverse volte nel corso dei secoli, conserva al suo interno una splendida statua di Santa Maria del Soccorso risalente al XVI secolo.
Da Maiori proseguiamo sulla SS163 in direzione Amalfi, lasciandoci alla nostra sinistra le spiagge della Marmorata, di San Cosma e Castiglione e attraversando il piccolo borgo di Minori. In corrispondenza della frazione di Castiglione di Ravello, la strada biforca a sinistra verso Amalfi mentre a destra una serie di curve e tornanti ci offrono uno spettacolo mozzafiato sulla costa mentre ci accingiamo a raggiungere Ravello e le sue stupende ville. Qui a 350mt sul livello del mare, il paesaggio toglie il fiato. Ogni scorcio è all’apparenza un acquarello. Le ville di Ravello sono l’emblema di questo paese, Villa Rufolo, eretta nel XVIII secolo fu restaurata, dopo la decadenza, nel 1951 conserva ciò nonostante, i suoi caratteri arabo-normanni. Spicca all’ingresso la Torre Maggiore, alta circa 30 metri in stile arabo e l’ingresso con vestibolo decorato da archi incrociati. Il viale alberato conduce alla edificio principe, alto 3 piani con annessa cappella con volta a botte. Stupendi i giardini di pini, piante esotiche e fori di ogni specie. Villa Cimbrone, è stata edificata sui resti di una villa romana, ospita elementi decorativi di diversa provenienza. Il chiostro ci fa da biglietto da visita, con il pozzo proprio al centro, una porta immette nella cripta ma la vera attrazione della villa è la celebre Terrazza dell’infinito, raggiungibile attraverso il viale dell’immenso offre uno sguardo interminabile sul mare e sulla costiera amalfitana. Il Duomo di Ravello, fondato intorno al 1100 su progetto simile all’abbazia di Montecassino, si erge nella piazza principale con un maestoso portone che si apre sull’interno con due splendidi amboni marmorei in arte barocca e la cappella seicentesca nella quale è custodito il sangue di San Pantaleone. Il campanile del XIII secolo è a due piani ornato di bifore. Ospitato nella cripta del Duomo il piccolo museo dell’opera dove spiccano le icone dedicate a San Pantaleone.