Nel Duomo di Salerno dove si adorano le reliquie del Santo Evangelista patrono della città
Il luogo più sacro della città di Salerno è senza dubbio nella maestosa Cripta del Duomo dove ancora oggi sono conservate e venerate le reliquie di San Matteo, patrono della città. La Cripta così com’è oggi, si deve ai lavori eseguiti agli inizi del ‘600 su progetto degli architetti Domenico Fontana e del figlio Giulio Cesare che ampliarono e magnificarono quello che fu il primo nucleo della costruzione che risale al lontano 1081, quando vennero deposte lì le reliquie di San Matteo, alla presenza di Roberto il Guiscardo e dell’Arcivescovo Alfano I.
Varcato il grande portale d’ingresso del Duomo, dopo pochi passi la ritroviamo sulla sinistra, scendendo pochi gradini. La sua maestosità è visibile a colpo d’occhio, così come lo stile barocco che la caratterizza. Il sepolcro del Santo è al centro della Cripta, luminoso e imponente si trova esattamente sotto l’altare maggiore. In una piccola celletta, sita più in alto del sepolcro, è racchiusa la scatola in cui si raccoglieva quella che la devozione popolare chiamò la Manna di San Matteo.
La tomba di San Matteo, accessibile da una scala aperta solo nel dopoguerra ed è visibile da una piccolissima finestra circolare. L’altare è in marmi policromi, impreziosito su entrambi i lati da un importante baldacchino, che gli confluisce una suggestiva sacralità. Al centro, sono presenti due statue gemelle di San Matteo, realizzate da Michelangelo Naccherino nel 1606 e poste l’una alle spalle dell’altra, di modo che il volto del santo sia visibile da ogni angolazione della cripta.
È da questo fatto che la fantasia dei fedeli escogitò il proverbio dell’avere due facce “come San Matteo”, a indicare la falsità nei rapporti umani e spesso utilizzato dai salernitani.