Dove l’abbondanza dà il benvenuto, la Casa dei Vettii di Pompei

Affreschi e decorazioni, una delle domus più note della città sepolta

Apparteneva ai fratelli Vettius Restitutus e Vettius Conviva esponenti di spicco del ceto libertino, una delle case più note di Pompei, la casa dei Vettii. Sono le pitture in particolar modo che rendono la domus una delle più magnificenti dell’antica città sepolta dal Vesuvio, a cominciare dal Priapo che rende il benvenuto ai visitatori della dimora; il dio garante di prosperità ed abbondanza, poggia il suo grande fallo sul piatto della bilancia mentre fa da contrappeso una borsa di monete.

A destra dell’ingresso si trova il larario con i Lari ed il Genio tutelare della casa in atto di sacrificare.

Tanti sono i miti che si leggono sulle pareti della casa, come la Metamorfosi di Ciparisso e la lotta tra Eros e Pan alla presenza di Dioniso e Arianna e ancora Giove, Leda e Danae nella parte superiore nel triclinio, dove si gustava il cibo assaporando il senso dell’amore attraverso le pitture.

Nell’atrium vi è una grande cassaforte bronzea dove si conservavano i preziosi della casa, correlata alla pittura con Amorini che sacrificano alla Fortuna. (Attualmente la casa è visitabile fino agli ambienti gravitanti intorno all’atrio essendo interessata da lavori di restauro)

Nel quartiere di servizio si trova il bancone della cucina (dove fu trovata la statua di Priapo attualmente esposta nell’atrio), ed un piccolo ambiente funzionante da postribolo come denunciano le pitture pornografiche presenti; qui riceveva i suoi ospiti la schiava Euthychis il cui nome e relativo costo (due assi) si ritrova graffito alle pareti d’ingresso della casa.

Di grande impegno decorativo sono gli ambienti che si affacciano sul peristilio; nelle esedre decorazioni di ispirazione classica allusive alle attività intellettuali che si svolgevano all’interno. Notevoli i cicli decorativi delle due esedre simmetriche, in una Ercole infante che strozza i serpenti inviati da Giunone, Anfione e Zeto legano a un toro Dirce mentre nella parete principale compare il re Penteo afferrato per i capelli dalle Menadi che gli scagliano addosso delle pietre. Nella seconda esedra compaiono Dedalo che consegna la vacca lignea a Pasifae, il supplizio di Issione e Dioniso che scopre Arianna addormentata. Molteplici sono state le interpretazioni per il ciclo pittorico, ad esempio potrebbe rappresentare l’armonia del sereno rapporto dell’uomo con il mondo divino e l’empio comportamento di chi invece tenta di superare i limiti umani.

Nel triclinio posto nel lato nord del peristilio vi è il più noto complesso pittorico della casa. Mancano i quadri al centro delle pareti perché probabilmente non ancora eseguiti nel 79 d.C. oppure incassati in un telaio di legno e quindi andati distrutti durante l’eruzione.

Il motivo di maggiore interesse è rappresentato dal fregio raffigurante gli amorini e psycai intenti in varie attività, compaiono fiorai e coronari intenti al trasporto di rose su un caprone guidato dal giardiniere, la vendita e la confezione di corone, la fabbricazione e lo smercio di profumo; ma ancora amorini addetti alla forgia e al cesello di ninnoli e suppellettili; addetti alla tessitura e alla preparazione del pane ed anche amorini intenti alla vendemmia fino alla preparazione del vino.

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