Febbre da fieno: morti misteriose ai piedi del Vesuvio

Il noir italiano di Stanilaw Lem è il viaggio psichedelico di un ex astronauta

“Un dettaglio che non avresti mai pensato potesse essere importante, mi ha aperto gli occhi su un affare incredibile. Sono riuscito ad ottenere materiale per un ciclo di articoli su un tipo di crimine assolutamente nuovo […] nemmeno una parola in più su questo argomento. Quanto tornerò ti scriverò da Roma, prima possibile, perché ho il colpaccio, il sogno di ogni giornalista, ma questo colpo può uccidere”. Adams poco prima di morire scrive una lettera alla sua ex moglie. Il suo è solamente l’ultimo degli undici omicidi/suicidi avvenuti ai piedi del Vesuvio, a Napoli.

Casi sospetti che perfino l’Interpol ha accantonato negli anni. Storie da rompicapo, in qualche modo intrecciate. Cosa avevano in comune i malcapitati? Allergie di stagione (febbre da fieno), bagni termali e calvizie. E ancora Hotel di lusso e modeste pensioni. Erano tutti uomini.

A riaprire i giochi, sarà la signora Barbour, madre adottiva di Adams, che volendo scoprire come è morto il figlio, si rivolge ad una prestigiosa agenzia investigativa e qui entra in gioco il protagonista del racconto. Un ex astronauta, stanco e insoddisfatto, viene inviato in missione con lo scopo ripercorre il viaggio di una delle vittime per cercare di “rimettere insieme i pezzi”. Perché è di questo che si tratta, di piccoli dettagli.

Come ci si sente a vestire i panni di un morto? Naturalmente, sul filo di un rasoio. Il nostro protagonista viaggerà tra Napoli, Roma e Parigi, tentando di risolvere il mistero, vivendo con la paura di diventare il dodicesimo della lista.

È un romanzo distopico, un noir fantascientifico, fatto di colpi di scena e continue allucinazioni. Così tante da far sentire anche il lettore pagina dopo pagina un poco “allucinato”. Confuso, perchè a regnare in questa storia è il caos.

Quando pare che tutto sia compiuto e tutto si sia risolto, la mente umana torna indietro. Al punto di partenza. Perché diciamoci la verità, quando abbiamo le soluzioni sotto al naso, non siamo capaci di vederle. E poi all’essere umano piace complicarsi l’esistenza. A risolvere l’enigma, in buona parte, sarà proprio il Vesuvio.

Di che romanzo stiamo parlando?

Febbre da fieno di Stanislaw Lem, scritto nel 1969 e tradotto da Lorenzo Pompeo, che dice bene quando scrive “Il gioco del prestigio del romanziere, è perfettamente riuscito”. Il libro è edito dalla Voland Edizioni e rientra nella collana Sírin. Emblematica l’immagine di copertina, che richiama la mente umana e i suoi grovigli.  

Sono rimasta in apnea per tutto il tempo di lettura. La domanda predominante, al termine è stata: nulla accade per caso, o forse si? Leggetelo, se avete voglia di fare i detective. Leggetelo se adorate giocare con il destino e le probabilità.

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