L’uomo più cattivo del mondo scrisse a Napoli le prime due parti di Magick, la sua Anti-Bibbia
L’uomo più cattivo del mondo è stato a Napoli. Ma Napoli l’ha praticamente rimbalzato spedendolo (con la complicità dei misteriosi I Ching) in Sicilia. Aleister Crowley è uomo la cui fama ha raggiunto vette inaspettate a decenni di distanza dalla sua morte.
Fondatore di riti e obbedienze, mago ed esoterista, ossessionato dalla creazione di un anti-messia. Nacque e fu allevato da famiglia darbista (chiesa evangelica ultraortodossa fondata in Inghilterra dal nipote del vincitore di Napoleona a Trafalgar, il glorioso ammiraglio Horatio Nelson) e, come ben si addice a chi cresce in ambienti iper-bigotti, sviluppò subito un’avversione totale per il cristianesimo “complice” la morte del padre che avvenne quando lui aveva solo dodici anni.
Girò in lungo e in largo il mondo e, alla fine, nel 1920, sbarcò pure a Napoli. Scese a Villa Catarozzo, a Posillipo. Aveva avuto indicazioni, stando a quanto riporta John Symonds in “Aleister Crowley, la bestia 666” che sarebbe stato necessario, per lui, recarsi a Napoli se avesse voluto scrivere un’opera magica che poi si sarebbe dovuta intitolare Liber IV. La Villa in questione sarebbe stata individuata in trance da madame Mary d’Estes Sturges, che Crowley descriverà come “un magnifico esemplare di sangue misto italiano e irlandese dotata di una personalità ancora più potente e un terrificante magnetismo che istantaneamente mi attrasse”. Scrisse qui due libercoli, dedicati l’uno al misticismo e l’altro agli elementi fondamentali della teoria della magia. Entrambi finirono a comporre quale prima e seconda di quattro parti, il temutissimo “Magick”, la Bibbia dell’autoproclamatasi Bestia che ha ispirato le opere di decine e decine di scrittori, sceneggiatori cinematografici e autori televisivi a noi contemporanei.
Ossessionato era dalla “creazione” di un anti-messia, di un figlio spirituale da dare alla luce durante i riti di sesso e droga cui la sua setta si dedicava. Era stata, diceva egli stesso, un’entità astrale a suggerirgli di insistere nella sua ricerca.
Quando decise di doversi dedicare stabilmente a tale ricerca e di aver bisogno, quindi, di un luogo adatto da attrezzare a perenne luogo di studi magici, dovette sbarcare in Sicilia. Al fine di procurarsi il favore delle forze mistiche e spirituali per il suo imminente viaggio da Napoli alla Sicilia celebrò un rito di magia sessuale all’Hotel Metropole con la sua discepola Ninette Shumway che poi a Cefalù di lui resterà incinta.
A Villa Santa Barbara di Cefalù fonderà l’Accademia Thelema prima di venir cacciato dall’Italia che intanto a quell’epoca, nel 1923, era già diventata fascista. Nel suo diario Crowley annotò come avvenne la scelta di Cefalù. La consultazione del libro dei mutamenti della tradizione cinese, I Ching (che ora si trovano facilmente in qualsiasi libreria e che oggi sono tenuti dai superstiziosi a uso succedaneo dell’oroscopo), gli sconsigliò Marsiglia e la Provenza e persino di installarsi a Capri “Terra del Vento”. Ma benedissero Cefalù: terra del Lingam, ossia della rappresentazione cerimoniale del Fallo, simbolo di fecondità.
Napoli, capitale delle scienze (e anche di quelle oscure come abbiamo già avuto modo di segnalare con la storia del Conte Cagliostro e come credono ancora certi americani che non esitano a paragonarla alla loro Salem), “rimbalzò” quello che amava provocare presentandosi come “l’uomo più cattivo del mondo”.