
Un piccolo villaggio affacciato sulle distese di ulivi e fichi della vallata tra Acciaroli e Agnone
Sarebbe dovuta essere, questa del 2020, l’estate italiana. I molti campani fortunatamente rimasti al riparo dalle pericolose sirene estere hanno saputo godere dell’ampia offerta naturale, culturale e gastronomica della nostra regione.
È stata, questa del 2020, per il sottoscritto, l’estate della scoperta, o meglio della ri-scoperta delle ricchezze cilentane, dei suoi piccoli borghi, al riparo da sguardi indiscreti, nascosti sulle rigogliose alture a picco sul mare. Uno di questi, Cosentini, frazione di Montecorice, è un piccolo villaggio affacciato sulle distese di ulivi e fichi della vallata tra Acciaroli e Agnone.
Quiete e silenzio accolgono inizialmente il forestiero in una preziosa miniera di tradizioni proprie della civiltà contadina. Ma sotto quest’oziosa e apparente atmosfera di nulla facere, ribolle una fitta storia di vendite e concessioni terriere, risalente almeno alla metà del XIII secolo e vivacemente proseguita fino al XVII secolo, quando, nel 1673, dopo i numerosi precedenti feudatari, Cosentini è acquisita dai Borgia.
Oltre a contribuire all’incremento delle colture tipiche della zona e al potenziamento dei frantoi e delle attività di spremitura dell’uva, la potente famiglia fece qui costruire il proprio palazzo baronale – ancora visibile, per quanto ristrutturato in epoca moderna – in prossimità della piazza superiore del borgo. A questo si affianca una piccola cappella attigua dedicata a San Francesco Borgia, perché vi si potesse finalmente tener messa e ospitare il Sacramento, permettendo così agli abitanti di non spostarsi più verso i centri vicini.
Cuore pulsante e crocevia della Cosentini “bassa” è invece la chiesa dell’Assunta, le cui tracce risalgono al XIV secolo, forse in qualità di cappella intitolata a Santa Maria del Valloncello, e poi divenuta, nel XVI, convento agostiniano, soppresso nel 1652 e da questa data rimasto, fino al primo Novecento, centro d’accoglienza per neonati illegittimi destinati all’adozione o al ricovero presso l’Annunziata di Napoli. Sorta sui resti del convento, la chiesa dell’Assunta – anch’essa di recente ristrutturazione – presenta una facciata tripartita secondo un impianto razionale dal sapore neoclassico, sormontata da frontone e scandita dal ritmo verticale di quattro lesene su alto basamento. Al suo interno si trova la statua dell’Assunta, portata in processione – o meglio in ‘visita’ – ogni 15 agosto presso le altre chiese e cappelle della zona, dall’alba e fino a sera, quando fa infine ritorno alla chiesa, che accoglie chi arriva e ossequia chi parte da Cosentini.
Alla prossima…
