Il pontile nord di Bagnoli e Pasqualone il guardiano

Un totem di ferro realizzato con materiali riciclati della vecchia acciaieria dismessa nel 1990

È la longa manus dell’Italsider, propaggine di cemento che fugge verso il mare, tende verso le isole, cammina su sottili pilastri, anela l’orizzonte e si tinge di azzurro purificandosi.

È il pontile nord della mostruosa acciaieria di Bagnoli dismessa nel 1990, petalo di bellezza che si circonda di mare e lascia alle sue spalle quelle lamiere rosse funeree come la morte e quelle ciminiere decadenti che sbuffavano veleni in nome del progresso. Coroglio, dall’alto, guarda amorevolmente, Nisida le tiene la mano.

Questa è la passeggiata in mare tra le più lunghe e suggestive d’Europa, novecento metri di lunghezza e di libertà. È qui che dal 2005, dopo un importante ripristino realizzato dalla Società Bagnoli Futura, la gente ha un altro prezioso “polmone” dove respirare salsedine, correre, passeggiare e raggiungere il sole. È un altro “lungomare” napoletano solo che qui non siamo sulla famosa e chic Via Partenope con scogliere, castelli, ristoranti e storici chalet, nossignore, qui siamo a Bagnoli quartiere periferico ad occidente di Napoli, terra di operai e sacrifici, quasi 25.000 abitanti con un cuore fatto di acqua, ferro e cemento.

Balneolis, questo era il suo antico nome quando era luogo verde, ricco di terme e acque medicamentose poi inquinato da industrie e dall’uomo la cui mano ha devastato irrimediabilmente il suo spettacolare litorale. Questo angolo di Paradiso ha lentamente ceduto all’abuso edilizio, alla corruzione affaristica, agli eccessi di un mondo oltremodo esuberante ed irrispettoso incapace di curare e gestire un bene pubblico. Il pontile nord risale al 1962, realizzato su progetto dell’ architetto Lugi Lopez e fu creato per consentire un più agevole attracco alle navi per il trasporto di ferro e carbon – coke per l’attività della “prestigiosa” Italsider. La dismissione dell’imponente fabbrica avvenne nel 1990 ed oggi, a ricordarcelo, c’è un buffo totem di ferro realizzato con i resti di una ciminiera di trenta tonnellate e fili di paglia ferrosa collocato proprio lì acanto. L’ opera è di Giancarlo Neri, è stata realizzata nel 1998 e si chiama Pasqualone, nome che ricorda i moai, i giganti di pietra dell’Isola di Pasqua.

Quando percorri il lungo pontile non puoi non notarlo, è il suo buffo e impacciato guardiano. Pasqualone esorcizza tutti i mali e le ferite di questa vecchia acciaieria, ha un sorriso di ferro, occhi come fanali e invita a trasformare tutto in nuova vita. Riciclare! Ricostruire! Valorizzare! Pasqualone s’insinua con la sua voce mentre corri e fai jogging lungo il pontile guardando l’orizzonte, tuffandoti nel mare finchè, giunto alla fine, sei a un passo da Capo Miseno e le isole flegree.

Qui c’è solo mare, brezza, gabbiani… la bellezza sopravvive, questo pontile ne è un esempio, è come il totem. Torniamo indietro, sempre di corsa, Pasqualone ci aspetta, sorrido, lo sento canticchiare ironico come Bennato: “Ma che occasione, ma che affare, vendo Bagnoli con le ciminiere, colline verdi mare blu, avanti chi offre di piu’? Giù le ciminiere, su le idee“! That’right!

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