Uno dei quartieri più antichi di Napoli, ci riporta indietro nel tempo fino al cinquecento
Uno dei quartieri più antichi di Napoli è quello di Forcella, che si estende dal centro storico fino alla zona di Porta Capuana. È una zona ricca e densa di storia, che ci riporta indietro nel tempo, fino al Cinquecento, quando c’erano al governo gli Aragonesi e la Città era ricca di poeti, filosofi ed artisti che ne fecero un gioiello. Se però fa caso a determinati dettagli, ecco che si possono scoprire suggestivi luoghi che ci faranno fare un salto fino alla fondazione greca di Neapolis.
Iniziano quindi insieme questo breve ma intenso viaggio volto alla scoperta di Forcella, partendo da alcuni suoi monumenti, noti e non.
Il simbolo di Forcella
Nel XIII secolo quattordici nobili appartenenti al Seggio di Forcella decisero di restaurare una antica chiesa del V secolo dedicata a Sant’Agrippino, sesto Vescovo di Napoli. Ebbe poi un altro rifacimento nel 1758 ad opera di Nicola Tagliacozzi Canale, che rimaneggiò la struttura gotica originaria rendendola barocca. Si conserva però ancora un enorme portale marmoreo del XV secolo, attribuito ad Antonio da Chelino, allievo di Donatello, ai cui lati si possono vedere due puttini che reggono uno stemma: la Y che indica appunto Forcella. Varie sono le interpretazioni di questo simbolo: la più semplice ed immediata è quella che vede nella Y una trasposizione grafica della pianta del quartiere. Forcella infatti è una lunga strada che alla fine si biforca in due. C’è però un’altra ipotesi, molto più affascinante: la Y era il simbolo dei pitagorici ed indicava la presenza di una loro scuola. Questa setta filosofica e scientifica dava forte valenza alle lettere, e credeva che questa fosse la sintesi della perfezione e della unione tra umano e divino.
Il cippo
Tutti almeno una volta nella vita abbia sentito dire il detto “S’arricorda ‘o cippo e Forcella” per indicare qualcosa di vecchio. Il detto nasce dal ritrovamento, a Piazza Calenda, dei resti della cinta muraria di Neapolis del III secolo a. C., venuti alla luce durante i lavori del Risanamento. Oggi sono protetti da un cancello di ferro che permettono di osservare ciò che rimane della Porta Furcilla, uno degli ingressi alla vecchia città. Ai napoletani dovettero apparire come cose antiche e obsolete, così nacque quel detto che tuttora si usa.
La Torre della Sirena
Sempre su Piazza Calenda si affaccia, costruito nel 1911, il Teatro Trianon, il tempio della musica e della commedia napoletana. Il palco è stato calcato dagli esponenti delle maggiori famiglie teatrali: gli Scarpetta, i De Filippo e Viviani. Ma al suo interno c’è una sorpresa. Con i lavori di restauro è venuta alla luce una torre del IV – III secolo a. C., inglobata all’interno del Teatro. Faceva sicuramente parte del sistema difensivo della città ed in onore di Parthenope è stata soprannominata la Torre della Sirena.