Nei sotterranei del Castello di Montefusco il museo dedicato all’antico carcere
“Chi trase a Montefuscolo e po’ se n’esce po’ dì ca ’n’terra ’n’ata vota nasce”, ovvero “Chi entra a Montefusco e poi ne esce può dire che in Terra nasce di nuovo”. Un antico detto che però sintetizza a pieno quello che dovevano essere le punizioni esemplari che venivano imposte a chi suo malgrado era costretto a soggiornare nel temibile Carcere di Montefusco, che sin dal XIII secolo era ospitato nei sotterranei del Castello Normanno di questa cittadina in provincia di Avellino.
Il freddo di questi luoghi, unito all’umidità degli androni scavati nella roccia e alle punizioni, ne fecero un luogo di sofferenza tanto da “meritarsi” l’appellativo di Spielberg dell’Irpinia, per aver “ospitato” i patrioti del Regno di Napoli.
Il Carcere di Montefusco richiama la fortezza austriaca dove vennero rinchiusi i patrioti del Lombardo Veneto e che oggi rappresenta uno dei monumenti principali di Brno nella odierna Repubblica Ceca, realizzata a metà del 200 e passata alla storia come prigione per i criminali più pericolosi, condannati a morte o all’ergastolo.
Il Carcere di Montefusco, realizzato nei sotterranei dell’antico Castello Normanno, dichiarato monumento di interesse nazionale nel 1928, cinque anni dopo la sua dismissione come bagno penale, dal 1997 ospita il museo “Lo Spielberg del Risorgimento meridionale” e conserva ancora lo stesso sinistro aspetto che lo caratterizzava nel 1860, quando ne uscirono gli ultimi patrioti. Massicce inferriate ricoperte di ruggine, pesanti imposte di legno che mal riparavano dal vento gelido i reclusi, le porte ferrate e la pesante catena a cui venivano legati i prigionieri. La novità è rappresentata dalla presenza di alcune lapidi che ricordano le pene subite dai detenuti. Storia del carcere che potrete apprendere visitando la corsia inferiore che ospita la Sezione storica del Museo. E’ in questi luoghi che il 2 febbraio 1852 vennero rinchiusi un gruppo di una quarantina di patrioti del Risorgimento, tra i quali ricordiamo il barone Nicola Nisco di San Giorgio del Sannio, il duca Sigismondo Castromediano di Lecce, Carlo Poerio già ministro di Ferdinando II, e il conte Michele Pironti di Montoro.
La sezione storica è arricchita anche dalla storia civica di Montefusco, antico Capoluogo del Principato, che viene testimoniata dall’interessante reperto del Decreto di Re Ferdinando D’Aragona, datato 1484, attestante la proprietà del Feudo “Lo Cubante” e da altri pregevoli manoscritti e documenti del XVII secolo.
Altra sezione del museo è quella demo-etno-antropologica ospitata nella corsia superiore del Carcere e rievoca nella “Bottega del Tombolo” l’affascinante arte dei merletti, nella collezione dei pregiati manufatti artistici, comprendente pizzi, centri, complementi da corredo e paramenti liturgici, ma anche una collezione di cartoni preparatori originali e antichi strumenti di lavoro.
Il sito è aperto dal lunedì al sabato dalle ore 9.00 alle ore 13.00. Orario pomeridiano e di domenica, tramite prenotazione telefonica.
(La foto è tratta dalla pagina Facebook de Lo Spielberg del Risorgimento meridionale – Carcere Borbonico)