Le leggende e i misteri di Piazzetta Pietrasanta

Il rosso campanile e l’imponente Basilica di Santa Maria Maggiore a Napoli

Piazzetta Pietrasanta a Napoli, è luogo indiscusso di numerose leggende, nonché il più antico della città. Ci si imbatte immettendosi da via San Pietro a Maiella verso via Tribunali. Sullo sfondo, la Basilica di Santa Maria Maggiore, l’imponente ed antichissimo campanile rosso e l’inconfondibile manto stradale, testimone di diversi stili architettonici. 

La splendida chiesa, rappresenta a Napoli la prima costruzione sacra dedicata alla Madonna. Il nome Pietrasanta si riferisce ad una pietra recante l’incisione di una croce, una roccia ritenuta santa in quanto sarebbe stata capace di dare l’indulgenza completa a chi la baciava. Tale pietra, si narra che sia conservata all’interno della chiesa stessa, magari un giorno sarà ritrovata in un anfratto della cripta che si estende al di sotto della piazza, ma fino ad oggi di essa ancora nessuna traccia. Ritornando alla costruzione dell’edificio, in verità, prima della Vergine Maria, risiedeva lì la dea Diana, la quale prometteva alle sue seguaci, parti non dolorosi. L’edificio infatti, sorse per contrastare antichi riti romani pagani, riservati alle sole donne. Queste ultime, venivano spesso additate dagli uomini, come janare, o dianare e furono accusate di stregoneria in quanto capaci di invocare il demonio. Ed è esattamente in questo frangete che ci collocano le diverse leggende. Un diavolo vestito da maiale, tutte le notti, si aggirava nei dintorni della piazzetta, pronto a spaventare i passanti con il suo grugnito.

Fu il vescovo Pomponio, divenuto poi santo, spinto dalla richieste e dalle paure del popolo ad edificare la Chiesa di Santa Maria Maggiore. La vergine gli apparve in sonno e gli ordinò di costruire una basilica paleocristiana proprio sul tempio della dea Diana, forse proprio per sconfiggere lo spaventoso maiale. La Vergine precisò di procedere alla costruzione della chiesa solo dopo aver trovato una pietra di marmo celata sotto al terreno da un panno di colore celeste. Per diverso tempo, i vescovi ogni anno, affacciati alla finestra della basilica, sgozzavano una scrofa, per scacciare il male. I grugniti del maiale, sembrano ritornare ancora oggi in alcune notti dell’anno.

Ma l’antica piazzetta, il suo campanile e la chiesa sono avvolti ancora da un altro mistero. Si narra che Sant’Evaristo, quinto papa della chiesa cattolica dalla sua fondazione, sia stato sepolto sotto la piazza e che il giorno della sua commemorazione, 27 ottobre, una sensazione di benessere giunga dalle sue fondamenta.

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