Direttore di Movieplayer e critico cinematografico, sogna e vive altre vite attraverso film e serie tv
“Il cinema è la passione più grande che ho e che abbia mai avuto. Non avevo mai nemmeno osato immaginare di poter diventare un critico cinematografico o di potermi occupare di questo per lavoro, ma appena c’è stata la possibilità di dare spazio a questa mia grande passione non ho esitato” – in un mondo e in un tempo in cui sembra diventato difficile sognare, Luca Liguori, ci regala una storia a lieto fine.
Napoletano di origini e di cuore, è stato costretto a lasciare la città partenopea per Latina già quattordicenne a causa di un trasferimento dei suoi genitori.
“Ho sempre rimpianto Napoli e ci torno il più possibile. Sono rimasto vicino Roma per questioni lavorative, per chi lavora in campo cinematografico in Italia non c’è molta alternativa”.
Luca ha una formazione di tipo informatico, è un ex programmatore di videogiochi e web. Vent’anni fa ha creato il suo primo sito internet che si occupava di letteratura e cinema di genere, poi nel 2003 ha fondato CinemaZone, che dopo un discreto successo nel 2008 si è trasformato nel progetto attuale.
“Da 12 anni dirigo Movieplayer.it e, quando posso, scrivo di cinema e serie TV. Non ricordo il momento in cui è cominciato il mio amore per il cinema, è qualcosa che c’è sempre stato dentro di me. Ho iniziato da piccolo con i film in TV e le VHS, poi andando molto a cinema da adolescente, frequentando e organizzando cineforum e poi cominciando a scrivere, prima per minuscole riviste locali e poi sul web”.
E come poteva la sua passione più grande, non trovare casa e punti di riferimenti anche nella sua città del cuore?
“Ho grande stima per Massimo Troisi per quanto riguarda, ahinoi, il passato e Paolo Sorrentino per il presente e per il futuro del nostro cinema. Poi ovviamente sono cresciuto con De Filippo, Totò e conosco a memoria Così parlò Bellavista, uno dei film con cui sono cresciuto”.
Ma la passione di Luca, è davvero incontenibile, se poi questa viene condivisa con degli amici è ancora più gratificante. Perché se vogliamo dirla tutta, sognare da soli, è piuttosto triste.
“I primi tre libri che ho realizzato “100 serie TV in pillole stagione 1 e 2” e “Cult, i film che ti hanno cambiato la vita”, sono stati scritti insieme al napoletano Antonio Cuomo, mio amico e socio da 20 anni, e il barese Giuseppe Grossi, altro storico collaboratore di Movieplayer.
Il più recente invece, “La bibbia degli spoiler” è frutto di una collaborazione di quasi tutta la redazione al completo: oltre a me, Antonio e Giuseppe hanno contribuito altre sette persone”.
Sbirciando sui social, in particolare su Instagram, ci siamo imbattuti in un particolare gioco, “Indovina i film nascosti”, attività che per giunta, ci ha tenuti compagnia per qualche minuto, in una faticosa giornata redazionale, consentendoci anche di staccare la spina. Ce lo spieghi?
“È un simpatico gioco che abbiamo lanciato lo scorso dicembre per promuovere il libro sui film Cult ma che, con nostra sorpresa, è diventato nuovamente virale durante il primo lockdown coinvolgendo oltre 250.000 giocatori. Partendo da degli indizi grafici bisogna indovinare tutti e 60 i titoli presenti in una stanza virtuale: i film sono tutti famosissimi e amatissimi, può sembrare facile quindi arrivare a 60 ma non lo è affatto”.
Alcune delle pubblicazioni e attività, hanno coinciso con la seconda ondata pandemica, che influenza credi abbiano avuto le serie tv ed i film sugli spettatori in questo anno?
“Io penso che film e serie siano da sempre così amati perché ci permettono di sognare, vivere altre vite e dimenticare, magari anche solo per poche ore, i problemi della vita quotidiana. Per questo motivo non mi stupisce affatto il ruolo che hanno avuto in questo difficile anno così come non mi stupisce la crescente popolarità delle offerte in streaming. Se poi i nostri libri possono servire ad invogliare il pubblico a recuperare film e serie di qualità, noi non possiamo che esserne orgogliosi”.
