Monne e Madonne, la mostra dedicata alle donne nella Cappella Pontano

Sono ben sedici i quadri esposti e coprono cinque secoli di storia

La Fondazione De Chiara De Maio non poteva scegliere luogo migliore per una mostra dedicata alle donne: la Cappella Pontano infatti nacque come mausoleo funerario di Adriana Sassone, la cara moglie dell’umanista della corte di Alfonso d’Aragona morta nel 1490. Il tempietto rinascimentale è lo scenario che accoglie alcune tele della Fondazione, volte ad esaltare il corpo e le virtù femminili attraverso capolavori del Barocco Napoletano.

C’è anche un altro motivo che ha orientato il curatore, Vincenzo De Luca, verso questi luoghi: la Basilica di Santa Maria Maggiore, che insiste sulla piazza della Pontano, sorge sopra le vestigia dell’antico Tempio di Diana. Le sacerdotesse della dea, esperte di cure con le erbe e conoscitrici dei segreti del cielo e dei pianeti, furono viste dal nascente cristianesimo come figlie del demonio, streghe. Il culto mariano nacque infatti per contrastare Satana che si presentava sotto le sembianze di una scrofa, evocato da queste donne. E’ quindi una zona dove il femminile è presente e radicato sin dall’antichità e si presta come luogo perfetto dove raccontare le donne.


Il titolo della mostra gioca sui termini “monna” e “madonna” che sono legati: il secondo era un titolo d’onore che durante il Medioevo, era destinato alle nobili e che poi indicò la Vergine Maria, la donna per eccellenza. Monna ne è la contrazione, ma entrambi si fondono quasi ad indicare il desiderio di questi pittori di esaltare la donna in tutti gli aspetti, dalle virtù fisiche a quelle morali e religiose.

I quadri esposti sono sedici e coprono ben cinque secoli: si va dal San Michele Arcangelo di Marco Pino da Siena della metà del VI secolo alla Morte di Cristo di Giacomo Monzù del 1964. In esposizione si trovano dei capolavori incredibili: la piccola e delicata tela con la Santa Rosa in estasi di Paolo De Maio, l’intensa Santa Agata di Francesco Guarini il monumentale San Sebastiano curato dalle pie donne di Luca Giordano. Tra le bellissime opere una menzione speciale la merita senza dubbio il Martirio di Sant’Orsola di FIlippo Vitale. Il dipinto risente della influenza del quadro di Caravaggio sullo stesso tema. La Santa, con la freccia conficcata in gola, è colta in un momento dove, con gli occhi rivolti al cielo, già pregusta la gioia del paradiso dopo il martirio C’è una staticità estatica che contrasta fortemente con la scena intorno, dove vediamo i carnefici che in modo cruento pugnalano al petto le vergini compagne di Orsola.


La Mostra è anche occasione per vedere la bellissima Cappella del Salvator, attigua alla Cappella Pontano dove troviamo, sull’altare maggiore, una Trasfigurazione attribuibile ad Annella de Rosa: un’altra donna, tra le donne esposte, che è un valore aggiunto alla già bellissima e ben curata esposizione.

Presso la Biglietteria è in vendita anche il catalogo “Monne e Madonne. Il corpo e le virtù femminili” (Enzo Albano Edizioni), firmato da Vincenzo De Luca con la prefazione di Vittorio Sgarbi e gli interventi dello stesso curatore, di Diodato De Maio, Nicola Saldutti, Fulvia Bacchi, Vincenzo De Gregorio, Raffaele Iovine, Giovanni Caliendo.

La mostra è visitabile fino al 9 gennaio 2022, presso la Cappella Pontano e Chiesa del Santissimo Salvatore, Napoli
Il costo del biglietto: 5 euro.

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    Piazzetta Pietra Santa, Napoli
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