Napoli. Demoni nel convento delle Clarisse

La storia di suor Elena de Ruggiero, un episodio di possessione diabolica nel Complesso di Donnaregina

Napoli, città sacra, conserva tra le sue mura centinaia di conventi, chiese e monasteri. Nei secoli scorsi sono nati incredibili e ricchissimi luoghi che, oltre essere oasi di spiritualità e religiosità, sono anche contenitori dove gli artisti hanno dato sfogo a tutto il loro estro creativo, creando eterni capolavori.

Non mancano casi con particolari costruzioni: per esempio il complesso di Donnaregina è costituito da due chiese, la prima gotica ed affrescata, la seconda barocca e piena di stucchi che sono collegate tra di loro da un corridoio. Proprio qui, nel 1583, viveva una clarissa, suor Eleonora de Ruggiero, che fu protagonista di un processo della Santa Inquisizione.

La badessa, Madre Giulia Loffredo, notò che la suora trentacinquenne tornava sempre turbata dalla confessione con Padre Viano, suo direttore spirituale: si convinse così a chiamarla a colloquio e la giovane confessò che il prete le aveva fatto fare un patto con il Demonio.

Fu così che partì il processo. Il 14 marzo 1583 ci fu la prima deposizione, dove suor Eleonora raccontò della sua vita. Era stata iniziata alla magia quando era a Carbone, in Basilicata, da un certo Marcello dello Spinoso; a Napoli invece fa i nomi di altri religiosi che deviano suore come lei inducendole a peccare. Ci sono il confessore Padre Viano, poi il sacerdote Giacomo Antonio Califano che veniva lì a celebrare messa, infine il padre francescano Raffaele Alfano, che le aveva regalato un libro scritto a mano pieno di invocazioni a Satana.

Arriva poi la confessione più incredibile: dentro Donnaregina sono conservate due caraffe abitate da due demoni, con i quali lei abitualmente parla e la istruiscono sulla magia nera. La donna ammette di avere firmato un patto scritto col proprio sangue che la lega a Lucifero: ha rinnegato Cristo, si è data ai demoni anima e corpo e adorando il Demonio questi riesce ad entrare nel monastero, la prende e la porta volando in giro per Napoli.

Satana la spinge anche a compiere atti sacrileghi: la fa andare in chiesa e, presa una ostia consacrata, la bucò con una spilla. Ne uscì sangue vivo. Allora la suora buttò l’ostia nel fuoco e questa non si consumò.

Come andò a finire la nostra storia? Non lo sappiamo, i documenti non ne parlano. Eleonora si pentí profondamente delle sue azioni e volle ritornare nel grembo della Madre Chiesa. Che ne sarà di lei non ci è dato saperlo, come non sappiamo se c’è stato davvero il diavolo tra quelle sante mura, oppure era tutto frutto della sua mente disturbata.

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