Un viaggio nel tempo sotto la chiesa della Misericordiella nel Borgo Vergini
Fuori Porta San Gennaro, dietro Piazza Cavour, si apre il borgo dei Vergini, parte del più ampio quartiere della Sanità.
Il nome del borgo deriva probabilmente da una delle prime comunità greche che abitarono la zona, erano un gruppo di uomini che si erano allontanati dal centro cittadino e perseguivano qui il loro voto di castità. Il borgo dei Vergini è la valle compresa tra le colline di Capodimonte, Miradois, Scudillo, Stella e Materdei. Negli anni questa zona è stata oggetto di gravi disastri durante le alluvioni poiché tutta la pioggia e il fango dalle colline scendevano fino a valle e qui ristagnavano. Molte abitazioni di questo borgo sono state distrutte a causa delle forti alluvioni ma c’è un luogo che nonostante i danni può ancora raccontare il borgo dei Vergini: chiesa di Santa Maria della Misericordia.
Oggi la Chiesa Santa Maria della Misericordia, detta anche Misericordiella, si confonde nel pattern cittadino ma nel XIV secolo, periodo in cui dovrebbe essere stata fondata la chiesa, doveva essere uno dei pochi edifici nell’immenso verde del quartiere. Alla chiesa medievale nel XVI secolo venne annesso l’ospizio per i sacerdoti malati e nello stesso edificio, nel 1533, il sacerdote Tizzone e il conte d’Oppido ospitarono San Gaetano Thiene, uno dei più illustri santi napoletani. Dalle fonti risulta che per il santo venne realizzata un’apposita stanza sopra la chiesa. In realtà San Gaetano e il suo gruppo di teatini rimasero qui appena un anno prima di trasferirsi nell’Ospedale degli Incurabili dove furono ospitati da Maria Longo. Dal 1540 infatti la chiesa fu abitata dalla monache benedettine che usarono le loro doti per arricchire il complesso decorativo della chiesa. Purtroppo di queste meraviglie oggi si sono perse le tracce. Dapprima la chiesa fu abbandonata dalle monache benedettine che si trasferirono in una chiesa all’interno delle mura cittadine, successivamente le alluvioni del 1569 danneggiarono la chiesa e la nascosero sotto metri e metri di fango!
Nel 1581 si decise la ricostruzione della chiesa sul luogo in cui sorgeva la precedente. Il nuovo livello di costruzione coincise con il piano della stanza dov’era stato ospitato San Gaetano, questa stanza, ormai l’unica parte antica della nuova costruzione, fu adibita a sacrestia. La chiesa che oggi visitiamo è di fine Cinquecento, anche se tutta la decorazione parietale è di tardo settecento e d’influenza vaccariana, nonché frutto di alcuni restauri postbellici. Purtroppo gran parte del complesso decorativo originale è andato perso o trasferito nel Museo Diocesano; restano gli stucchi, l’imponente altare maggiore in marmi policromi e due monumenti funebri vicini all’arco trionfale. La particolarità di questa chiesa in realtà non rimane in superfice ma si deve scoprire qualche gradino più sotto il livello della chiesa.
Sotto la chiesa infatti si può visitare l’ipogeo. Speculare nelle dimensioni della chiesa soprastante, l’ipogeo è composto da un’unica navata con due grandi terre sante e sulle pareti delle nicchie poco profonde. Nelle nicchie erano disposti i corpi senza vita dei membri dell’arciconfraternita. L’uso, estremamente diffuso a Napoli, era quello di far perdere tutti i fluidi corporali del defunto in apposite nicchie collegate a degli scolatoi; una volta essiccato il corpo si deponevano le ossa in un ossario o in una terra santa. La chiesa della Misericordiella, come la chiesa di Santa Luciella e la chiesa dei Pellegrini, conserva questa macabra quanto reale traccia della storia della città, ma i sotterranei della chiesa nascondo anche un altro “ricordo”.
Da alcuni studi sulle pareti si è potuto costatare che l’ipogeo non è solo stato costruito sotto la chiesa nuova ma anche sulla struttura della vecchia chiesa, come se fosse una nuova pelle. Infatti dietro le nicchie sono conservate le mura dell’antica chiesa di epoca medievale che l’alluvione aveva sotterrano.
Quest’impressionante storia architettonica, che rappresenta un eccezionale ingegno d’inventiva, non si sarebbe potuta scoprire senza l’intervento di SMMAVE – Centro per l’Arte Contemporanea è un’associazione culturale con sede a Napoli, nella chiesa di Santa Maria della Misericordia ai Vergini. L’associazione, cui cuore pulsante è l’artista di fama internazionale Christian Leperino, ha rilevato la chiesa nel 2015 dopo che l’edificio era stato abbandonato per anni e adibito agli usci più disparati, tra cui una falegnameria. L’attuale ipogeo era stato adibito a discarica abusiva e l’associazione ha impiegato anni per liberare tutta la struttura dai detriti ed operare i dovuti restauri. Oggi la storia della chiesa, così come il suo edificio, sono riemersi grazie al loro intervento e la chiesa è potuta diventare un luogo centrale del quartiere.