Un referendum ha stabilito la modifica del toponimo per il comune salernitano
Un referendum per modificare il nome di Capaccio, paese della provincia di Salerno, nel cui territorio ricade l’area archeologica di Paestum, frazione del comune salernitano.
Si è svolto lo scorso 15 giugno il referendum che ha chiamato la cittadinanza del comune salernitano a decidere sulla modifica del toponimo, proposta già avanzata con delibera di Consiglio Comunale n. 28 del 14 settembre 1947, con cui si proponeva l’istituzione della frazione Paestum in un comune distinto.
La città di Capaccio è generalmente nota come Capaccio-Paestum o semplicemente col toponimo della città dei templi, sito che rientra tra i beni tutelati dall’Unesco noto in tutto il mondo per le meravigliose vestigia antiche. Ma in realtà pochi sanno che Paestum è una frazione all’interno del comune di Capaccio ed ovviamente a rimetterci è anche lo sviluppo turistico globale della zona. La scelta di istituire un referendum per il cambiamento del toponimo è rientrato anche in un processo di sviluppo turistico del territorio, omogeneo ed unitario, “sfruttando” il nome del grande attrattore culturale a vantaggio del comune di legittima appartenenza. 3390 voti in favore del cambiamento su quasi tutto il territorio comunale, contro solo 2117 “no”.
Ma i cambiamenti nel toponimo sono stati numerosi nell’arco della storia. Paestum affonda le sue radici nelle vicende dei coloni greci da cui fu fondata nel VII secolo a.C. col nome di Poseidonia (città di Nettuno). Divenne presto una florida città emporio agricolo e marittimo della piana del Sele e della Lucania, sotto la cui influenza cadde verso il 400 a.C., che ne cambiarono il nome in Paistom o Paistos. Con l’arrivo dei romani nel 273 a.C. e l’istituzione della colonia latina, alla città venne cambiato nuovamente il nome in Paestum. Il nome di Capaccio deriva invece da Calpatium o “caput aquis” (l’attuale Capaccio Vecchia) e prende origine dal latino Caput Aquae (origine dell’acqua).