Il fascino di una collina romantica che ha ispirato, nel corso dei secoli, poeti, cantanti, scrittori e pittori
“Et in Arcadia ego (Anch’io in Arcadia)”, così scriveva Wolfgang Goethe dinanzi alla bellezza, alla natura e alla luce di Posillipo, collina gentile e romantica che ha ispirato, nel corso dei secoli, poeti, cantanti, scrittori e pittori. Non è a caso che, proprio qui, nacque la famosa scuola di Posillipo, quella di Pitloo, Gigante ed i paesaggisti che cercavano la natura e la luce e se ne lasciavano sedurre.
Fu un re francese che, nella sua lungimiranza e, soprattutto, a sue spese (200.000 ducati), fece costruire la via che oggi è un’altra terrazza sul mare, lunga ben 4 km, Via Posillipo: era il 1812 e quel re si chiamava Gioacchino Murat. Fino ad allora Posillipo era luogo quasi totalmente privo di vie di comunicazione tant’è che, per raggiungere le numerose ville disseminate lungo la costa, si utilizzavano piccole ed eleganti imbarcazioni, le galere. Ogni nobile ne sfoggiava una ostentando il suo potere. La pianta Baratta del XVII sec., conferma la presenza, tra la costa e le tante piccole insenature, di imbarcazioni di nobili e viceré che qui avevano la loro splendida dimora.
Il Seicento è definito “il secolo d’oro di Posillipo“. Icona assoluta di Via Posillipo è, oggi, il Palazzo Donn’Anna frutto dell’ambizione dell’unica viceregina napoletana Donn’Anna Carafa che sposò il vicerè Ramiro Guzman de Las Torres duca di Medina. È il palazzo che, da qui, con la sua imponente bellezza, forte dei flutti che si infrangono ai suoi piedi, ruba la scena al bel Vesuvio. Aleggiano, attorno a questa struttura, numerose storie di spiriti e fantasmi: Posillipo è mistero e fantasia. Ma questa collina non è solo Palazzo Donn’Anna.
Avete mai provato a percorrerla a piedi e ad affacciarvi dai suoi marciapiedi? Beh, si resta stupiti dalla bellezze delle ville sul mare, costruite su rocce di tufo, con profumati ed immensi giardini, spiaggette ed approdi privati. Posillipo è sogno proibito che ispira dolcezza e romanticismo. Eppure quanta storia si cela tra queste ville? Così scopriamo che qui soggiornarono, Cottreau, Carducci, Garibaldi, Churcill e quanti amori disperati si sono consumati tra queste dimore che hanno un “piede nel mare”. Qui anche gli scogli sono corpi infelici di giovani innamorati come quelli che vegliano la piccola baia di San Pietro ai due Frati.
È proprio in questo luogo che si trova una delle tante storiche ville, Villa Bracale, dove visse anche Oscar Wilde. Lo sfortunato scrittore irlandese, sotto il falso nome di “Sebastian Melmoth”, soggiornò qui per un breve periodo nel 1897 con il suo amante Lord Alfred Douglas soprannominato “Bosie”. A Posillipo anche lui fu felice, prendeva lezioni di italiano, studiava pianoforte, amava frequentare le trattorie e respirare l’odore del mare. Tutto sembrava perfetto ma i guai non tardarono ad arrivare quando anche la scrittrice Matilde Serao, dalle pagine del “Mattino” si scagliò indignata contro i due amanti definiti non solo un “flagello” e una “calamità” ma anche “odiosamente pervertiti”. La società dell’epoca li accusava di amare contro natura.
Anche a Capri, all’Hotel Quisisana, come raccontano le cronache, ai due giovani fu proibito l’ingresso e, nel giro di poco tempo, anche le famiglie presero le distanze negando loro qualsiasi aiuto economico. Le cose precipitarono velocemente: Bosie abbandonò Wilde e Wilde abbandonò per sempre Napoli. I tempi felici della città del sole dove il tormentato scrittore visse il suo amore, erano ormai tramontati come il sole dietro le isole del golfo. Solo ed in gravi difficoltà economiche, si rifugiò definitivamente a Parigi dove morì poi nel 1900 all’età di 46 anni.
Posillipo custodisce infinite storie, ricordi di amori perduti e struggenti e li culla con tenerezza dietro le onde del mare, dietro le onde e le sue ville.