Le prime colonie greche in Campania

In viaggio da Paestum a Elea-Velia alla scoperta di un angolo della nostra regione

Un itinerario da svolgere in auto, su un tragitto di circa 40 km, alla scoperta delle prime colonie di fondazione greca in Campania. Luoghi di remota antichità e fascino eccezionale su cui si sono succedute nei secoli popolazioni diverse che hanno contribuito alla creazione di due siti di importanza mondiale. Sia Velia che Paestum infatti fanno parte del Patrimonio dell’Umanità Unesco e costituiscono alcune delle maggiori testimonianze architettoniche ed artistiche della Magna Grecia, per l’imponenza dei resti conservati.

Paestum

L’itinerario parte da Paestum. Con cartina alla mano inoltriamoci nei sentieri dell’antica città fondata dai greci di Sibari nel VII sec. a.C. col nome di Poseidonia. Da una rapida occhiata alla pianta ci accorgeremo che la città è tagliata da nord a sud e da est ad ovest da due strade principali, il decumano e il cardo, che si intersecano ad angolo retto, impronta tipica delle città di impianto greco. Immediatamente si presenta alla vista l’imponenza dei templi, ancora ben conservati e di ispirazione nei secoli per vedutisti e pittori.

Il profilo della costiera amalfitana, i campi coltivati, l’isola di Capri e le altezze dei templi greci costituiscono uno dei più affascinanti panorami campani. I primi due templi che incontriamo sono la c.d. Basilica, il più antico e dedicato ad Hera, e il tempio di Nettuno o Poseidonion eretto intorno al 450 a.C. che è invece il più grande e in miglior stato di conservazione. Il tempio di Nettuno può assumere una patina dorata particolare a seconda dell’altezza del sole, per via del travertino con cui è stato costruito.

Ma oltre ai templi nell’area archeologica possiamo soffermarci ad osservare i resti della città: il foro, l’anfiteatro, l’agorà greca e il sacello ipogeo. L’ultimo tempio è quello dedicato ad Athena (ma noto come tempio di Cerere). Fra questo tempio e la Porta Aurea è stato rinvenuto un giacimento preistorico, a dimostrazione della lunga continuità di vita del sito. Consigliamo la visita, per completezza nella conoscenza dell’area, anche al Museo Archeologico Nazionale, particolarmente importante per le pitture (eccezionale è la Tomba del Tuffatore) e i resti del santuario di Hera Argiva alla foce del Sele.

Ascea Marina – Scavi di Velia

Ad una distanza di circa 40 km è la seconda tappa del nostro itinerario, Elea/Velia, sito a Castellammare di Velia, nel comune di Ascea Marina.

La città fu fondata dai greci di Focea nel 450 a.C. col nome di Elea, su di un promontorio naturalmente difeso, tra Punta Licosa e Palinuro. La città fu nota nell’antichità per i commerci, per la bellezza e la salubrità dei luoghi e per la presenza di una scuola filosofica legata a Parmenide e Zenone, detta appunto eleatica.

La visita agli scavi parte dalla città bassa e si svolge su circa 90 ettari di territorio scavato. L’ingresso è da Porta Marina sud fiancheggiata da un tratto di mura e da una torre di difesa. Sulla strada si affacciano le case dell’Insula I. Poi si incontrerà il Pozzo-cisterna, facente parte di un complesso di strutture idriche, realizzate per convogliare le acque sorgive e le acque piovane, al centro di un incrocio che porta al porto e all’acropoli. Lungo la Via del Porto si imbocca in salita la Via di Porta Rosa e si incontrano le terme di II sec. d.C. e una piazza porticata con una fontana monumentale. Proseguendo in salita si giunge a Porta Rosa, opera di ingegneria di altissimo livello. Da qui continuiamo verso l’acropoli, dove sono conservati resti di abitazioni di IV sec. a.C. disposte sul pendio naturale del terreno; è uno dei primi quartieri abitativi al momento della fondazione della colonia.

Riprendendo il cammino in salita si incontra il teatro, rifatto in età romana su un originale greco di IV-III sec. a.C. Probabilmente poteva ospitare sino a 2.000 spettatori. Continuando il cammino (sono possibili soste sulle panchine collocate al fresco sotto gli alberi e da cui si gode di un meraviglioso panorama) si arriva al sagrato della chiesa settecentesca dedicata a S. Maria di Porto Salvo oggi utilizzata come sede di esposizioni. Da qui riprendendo la via Sacra si giunge all’ultima terrazza col tempio forse dedicato ad Atena, i cui resti sono all’interno del fossato di epoca medioevale. Su questi resti si impianta tra l’XI e il XII sec. il Castello, su cui consigliamo la salita per godere del favoloso paesaggio.

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