I pullece ‘e monaco: i dolci natalizi di Castellammare di Stabia

Se si mangiano a Capodanno, porteranno fortuna e allegria per l’anno che verrà

Diavoletti di zucchero colorati, mandorle, farina, miele e cioccolato fondente per una ricetta – tutta stabiese – che si perde nella notte dei tempi e che, negli anni, ha conquistato i palati di grandi e piccini.

Nelle vetrine delle pasticcerie già da qualche giorno fanno bella mostra “’e pullece ‘e monaco”, un dolce di cui la città di Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, ne rivendica con orgoglio la maternità.

Si tratta di un dolce che, per bontà, non teme il confronto con mostaccioli e roccocò.

Ma dietro questa prelibatezza del palato si nasconde una leggenda che le nonne, davanti ai bracieri, nelle fredde giornate che precedevano le feste natalizie, amavano raccontare ai bambini di casa.

La storia racconta che, durante il periodo natalizio, girasse per le strade di Castellammare un monaco, forse uno di quelli che abitavano i conventi che, un tempo, sorgevano tra Quisisana, Pozzano e la Madonna della Libera.

Si trattava di un uomo grassoccio dal volto simpatico che, nelle larghe maniche del suo saio, nascondeva dei dolcetti fatti appunto di mandorle, farina, miele e cioccolato fondente, e li regalava ai bambini che incontrava per strada.

Da qui, il nome di “pullece ‘e monaco”, dove “pullece” sta per pollici e non per pulci come in molti erroneamente pensano.

Seppur simili ai “tatù” siciliani, che si consumano nel giorno dei morti, i “pullece ‘e monaco” non hanno né il cioccolato fondente, né i diavoletti colorati.

Alcuni preferiscono mangiarli a Natale; altri, invece, la notte tra l’ultimo dell’anno e il Capodanno perché dicono che portino fortuna e allegria per l’anno che verrà.

A cura di Angela Longobardi

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