I suoni del passato: il Museo etnomusicale di Montemarano

Storia e tradizione della tarantella al centro di ricerca che conserva strumenti musicali unici al mondo

Strumenti musicali della tradizione contadina e pastorale, abiti di un tempo, studi e ricerche che vanno avanti da decenni, documentazioni video ed audio compongono il Museo civico etnomusicale ‘Celestino Coscia e Antonio Bocchino’ di Montemarano, provincia di Avellino.

Si tratta di un museo in continua formazione, centro di studi e ricerche internazionali frutto della passione di due montemaranesi Luigi e Generoso D’Agnese che hanno dato vita ad una realtà di particolare interesse per gli studi etnomusicali e per le tradizioni che conserva.

Il museo nasce da una serie di ricerche svolte a partire dagli anni ’70 da Generoso d’Agnese che nei suoi viaggi di ritorno a casa dall’America, dove si è recato per lavoro, ha effettuato ricerche e registrazioni audio e video, ha raccolto foto, musica sulla tarantella montemaranese legata alla tradizione del carnevale.

Ma prima ancora di questa ne esisteva una legata al mondo contadino che si suonava in occasione dell’uccisione del maiale, durante battesimi, matrimoni, quando si lavorava il grano nei campi, accompagnata dalla ciaramella, l’organetto a cui poi nel tempo si sono aggiunti altri strumenti.

Da qui l’attività di ricerca di D’Agnese si amplia fino alla conoscenza di Alan Lomax, uno dei più grandi ricercatori di musica popolare, che venne nel 1955 in Italia a registrare canti e tarantelle. Nel suo viaggio di studio giunse anche in Irpinia, a Mercogliano, Montemarano, Sant’Andrea di Conza e Montecalvo Irpino.

Il museo è nato dalla fondazione di un’associazione culturale Hyrpus Doctus in seguito all’organizzazione di un convegno nel 2002, quando iniziava a farsi strada l’idea di voler ricordare gli anziani suonatori, tra cui Celestino Coscia, il pastore di capre che suonava il doppio flauto di canna quando pascolava il gregge, oggetto di ricerche da parte di Diego Carpitella che fondò la cattedra di etnomusicologia all’Università La Sapienza di Roma. E fu così che si scelse di dedicare il museo a Coscia e ad Antonio Bocchino altro suonatore pluristrumentista che veniva dalla terra, suonava l’armonica a bocca, lo scacciapensieri (chiamato in Campania tromba degli zingari). Le famiglie hanno donato gli oggetti legati al lavoro quotidiano e gli strumenti musicali che sono confluiti all’interno del Museo di Montemarano.

Nel 2007, il museo si è trasferito nell’attuale struttura sede dell’ex Eca, grazie a contributi europei e al Gal Verde Irpinia. Oggi il museo è a tutti gli effetti anche un centro studi, raccoglie in archivio tesi di laurea, testi, musiche, filmati legati alla tarantella montemaranese e alle tradizioni etnomusicali locali.

In esposizione ci sono strumenti particolari come il flauto di corteccia di castagno, legato ad una tradizione che si è persa, ma che grazie a Luigi d’Agnese – che ha registrato il contadino mentre suonava – se ne mantiene ancora oggi la memoria dell’uso e del suono dello strumento.

Nelle vetrine ci sono strumenti donati dalle persone del luogo, la zampogna che si suonava per la novena di Natale insieme con la ciaramella, il doppio flauto di sambuco, di canna, l’armonica a bocca, le castagnette, la tromba degli zingari, le ciaramelle, il clarinetto e anche un altro strumento effimero la tromba di corteccia di castagno che serviva come richiamo tra i pastori nelle montagne. Ci sono inoltre vari costumi di carnevale, tra cui la ballerina degli anni ‘50, un uomo vestito da donna con collana di pasta abbrustolita, ricostruita da una famiglia che l’ha donata al museo e che veniva utilizzato in occasione della festa di Sant’Antonio Abate durante la tarantella di questua di gennaio. Il pulcinella vestito con un lenzuolo di lino, emblema del carnevale montemaranese, che guida la mascherata.

Un luogo affascinante dove si respira ancora la tradizione irpina legata alla terra e alla musica. 

Dista 24 km da Avellino, è raggiungibile da tutti i capoluoghi della Campania uscita Avellino Est, dell’autostrada NA_BA, si prosegue lungo la S. S. Ofantina dir. Laceno. 

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