Aveva ragione Stendhal: gli occhi sono abbagliati e l’anima rapita
Era il 1737 quando nasceva il teatro d’Opera più antico d’Europa. Siamo a Napoli, accanto piazza Plebiscito e dinanzi Piazza Trieste e Trento ed il re Carlo di Borbone decide di dare alla città un teatro degno della sua bellezza.
Il 4 novembre, giorno dell’onomastico del re, viene inaugurato il Teatro San Carlo: avrebbe sostituito il vecchio teatro San Bartolomeo. Ad esibirsi, per la prima volta, su quel palco, l’Achille in Sciro di Domenico Sarro.
La struttura era comunicante con il Palazzo Reale, in modo che il re potesse recarsi agli spettacoli senza dover scendere in strada. Ideato da Giovanni Antonio Medrano e Angelo Casarale, il San Carlo divenne ben presto il fulcro di tutte le arti. Il progetto avrebbe introdotto un modello sul quale sarebbero stati poi costruiti i successivi teatri: quello a ferro di cavallo. Ammirato dai napoletani e decantato dagli stranieri, il teatro divenne,per l’interesse musicale dei suoi spettacoli, una forte attrattiva; e grazie alla Scuola Napoletana, Napoli diventò la capitale della musica europea.
Il Teatro San Carlo si presentava maestoso nella sua architettura e sontuoso nelle sue decorazioni, in oro e azzurro. L’azzurro era il colore della Casa Borbonica, sostituito poi, dopo l’unità d’Italia, con il rosso. Un incendio distrusse la struttura nel 1816: intervenne per la ricostruzione Antonio Niccolini. Il palcoscenico fu ampliato: si contavano 184 palchi disposti in sei ordini, più quello reale. Il soffitto, con Apollo e Minerva, bellissimo e ancora esistente, fu dipinto da Giuseppe Cammarano, mentre le decorazioni furono rinnovate da Gennaro Maldarelli e Camillo Guerra. Nel 1872, su suggerimento di Giuseppe Verdi, fu costruito il golfo mistico per l’orchestra, mentre nel 1937 fu ideato il primo foyer collegato, tramite uno scalone ai giardini reali dell’adiacente palazzo.
A fare la differenza, un ultimo ritocco nel 2009 a cura di Elisabetta Fabbri, grazie alla quale il San Carlo ha acquisito oggi un aspetto ancora più moderno. La struttura può ospitare un pubblico di quasi 3000 persone, ha un palcoscenico di più di 30 metri ed è considerato dalla critica il teatro più bello del mondo. Un luogo per davvero traboccante di storia, arte e cultura, inserito dall’Unesco nell’elenco dei monumenti considerati Patrimonio dell’Umanità. Tra le sue caratteristiche principali spiccano sicuramente l’acustica, resa perfetta grazie ad un sollevamento del soffitto fatto in passato e gli specchi presenti nelle pareti laterali dei palchi che, inclinati, riflettono il palco reale. Il motivo di ciò è che nessuno spettatore poteva applaudire o chiedere un bis prima che lo facesse il re.
Impossibile citare tutti i musicisti, i direttori d’orchestra e i coreografi che hanno scritto la storia del San Carlo. Da Giuseppe Verdi a Paganini, da Carla Fracci a Pavarotti. Punti di forza del Teatro San Carlo sono, infatti, la sua orchestra, la cui storia è legata a quella della nascita del teatro e il suo corpo di ballo.
Sedersi in poltrona al San Carlo significa assistere ad uno spettacolo reale, in ogni senso. Aveva dunque ragione Stendhal, quando disse, alla vista del teatro: “Gli occhi sono abbagliati e l’anima rapita”. Secondo il compositore, nulla in tutta Europa poteva dare anche solo l’idea del Teatro San Carlo.
Il teatro offre ogni anno una stagione ricca di eventi: dal balletto alla lirica passando per i concerti classici. Ultimamente, si è caratterizzato per il recupero della tradizione napoletana settecentesca. E’ possibile visitarlo grazie alle visite guidate che vanno dal lunedì alla domenica mattina e durano circa 45 minuti.