Viaggio nella Cattedrale, cuore religioso di Stabia

Dedicata a Maria Santissima Assunta, al suo interno si venera il Santo patrono della città San Catello

La chiesa cattedrale di Castellammare di Stabia, provincia di Napoli, è dedicata a Maria Santissima Assunta ed è molto nota per essere il luogo in cui è conservata la statua di San Catello , santo patrono della città. il duomo è concattedrale dell’arcidiocesi di Sorrento-Castellammare di Stabia come storicamente erano legati i due santi patroni San Catello  e Sant’Antonino, patrono di Sorrento.

La chiesa è stata eretta nel 1587 e consacrata nel 1893. Ha pianta a croce latina con l’interno diviso in tre navate, di cui quelle laterali si aprono su cinque cappelle. La pavimentazione è in marmi bianchi e grigi con disegni geometrici.

La volta è affrescata da tre dipinti di Vincenzo Paliotti del 1893 raffiguranti scene della vita di San Catello, mentre nelle lunette laterali ci sono le dieci virtù che caratterizzano la vita di san Catello (affidabilità, zelo, costanza, carità, speranza, fede, preghiera, elemosina, perdono, preghiera).

Partendo dalla navata sinistra, nella cappella del battistero (detta così dalla presenza del battistero marmoreo) vi è una tela incompiuta di Giuseppe Bonito con la consegna delle chiavi a San Pietro, acquistata su consiglio del pittore Domenico Morelli nel 1888.

Nella cattedrale sono conservati anche resti archeologici come  una colonna e capitello in marmo di epoca paleocristiana ritrovati durante la costruzione della cappella di San Catello.

Nella navata destra si aprono cinque cappelle tra cui la cappella della Vergine del Rosario conserva un quadro che in origine si trovava nella basilica di San Lorenzo Maggiore a Napoli in una cappella gentilizia successivamente andata in eredità allo stabiese Giovan Camillo Cacace che portò il quadro a Castellammare.  Nella Sacra Famiglia è conservata la Visitazione della Vergine di Giacinto Diana risalente al 1802, e la tela di San Filippo Neri ispirata a quella realizzata da Guido Reni a Santa Maria in Volpicella a Roma.

La cappella più importante della navata destra è quella dedicata a San Catello, Santo patrono della città, ed anche quella di più recente costruzione. Risale infatti al 1789 e ha sostituito la cappella del crocifisso su progetto dell’architetto Ignazio Rispoli. Fu affrescata da Paolo Amato e presenta una cupola nella quale è rappresentata la Gloria del Santo con i dodici apostoli e le quattro virtù nelle volte e nelle lunette. Sotto l’altare vi è un sarcofago in marmo di origine paleocristiana ritrovato durante i lavori di costruzione della cappella risalente al III secolo e raffigurante il Buon Pastore.

Ai lati dell’altare una rappresentazione del Vesuvio del 1906 e una scena della seconda guerra mondiale di Francesco Filosa, realizzate nel 1957. Nella Cappella sinistra dedicata ai caduti in guerra una tela con la Deposizione di Cristo generalmente attribuita al Ribera

Sull’altare maggiore la tela dell’Assunta di Nunzio Rossi risalente al XVIII secolo e il coro ligneo con due ordini di posti per i canonici e gli abdomadari. Nella cupola sono raffigurati i sedici profeti maggiori, l’Apocalisse e i quattro evangelisti, San Giovanni con l’aquila, San Matteo e l’angelo, San Luca e il bue e San Marco e il leone.  

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