Viaggio a Nusco, il balcone dell’Irpinia

Tra le verdi colline dell’altopiano del Laceno, un borgo immerso nella storia

Tra i verdi monti dell’alta Irpinia, immerso nella pace e nella serenità delle colline che regalano colori e sapori unici: questa è Nusco in provincia di Avellino.

Giudicato come uno dei borghi più belli d’Italia, il piccolo centro irpino vanta una storia secolare impressa nelle pietre del suo centro storico e legata indissolubilmente alle vicissitudini di Sant’Amato, vescovo e patrono di Nusco che ha permesso al borgo di arricchirsi di una splendida cattedrale, del seminario e del Museo Diocesano di arte sacra.

Ci si arrampica sulla collina di Nusco attraverso la Statale Ofantina, scorgendo in lontananza tutti i borghi rinati dopo il devastante terremoto del 1980. Sapiente è stato il recupero dei palazzi e soprattutto dei tanti portali che caratterizzano i vicoli in pietra e silenziosi del centro storico.

Si entra nel borgo passando da Via Croce: a darci il benvenuto è il monumento omonimo scolpito nella pietra locale e risalente al XVIII secolo. Alla base della colonna, nei quattro angoli, sono scolpiti quattro leoni che sorreggono la colonna sormontata dalla Sacra Croce. Sulla stessa, da un lato è scolpito il crocifisso mentre dall’altra è raffigurata l’Immacolata. 

Via Croce ci accompagna nella piazza centrale di Nusco, Piazza Sant’Amato, con al centro la statua realizzata da Raffaele Marino e ivi collocata nel 1893 in concomitanza con l’VIII centenario della morte del Vescovo. La statua, in marmo bianco, è rivolta verso la cattedrale e raffigura il Santo in abiti vescovili con la mano alzata nell’atto della benedizione.

In piazza vescovado, si erge il palazzo Vescovile con un imponente facciata caratterizzata dal monumentale  portone d’accesso. All’ultimo piano è ospitato il Museo Diocesano di Arte Sacra. 

Di fronte al palazzo, ecco la Cattedrale di Santo Stefano risalente all’XI secolo, di origini romaniche andate purtroppo perdute. L’aspetto interno è di tipo settecentesco con pianta a croce latina con tre navate e numerose cappelle laterali. La navata centrale ospita uno straordinario pulpito ligneo del XVIII secolo con scolpite le immagini degli  Evangelisti, S. Amato e Pietro e Paolo. Merita anche il battistero, risalente al 1842 e ospitato nella prima cappella. Nell’ipogeo della cattedrale vi è conservata la cripta, anticipata dal sepolcro del Vescovo Moscatelli e nel nucleo originale di età romanica con colonne e arcate a sesto acuto, si conclude con l’altare al di sotto del quale riposano le spoglie del vescovo. Nel lato sinistro sono stati rinvenuti una serie di affreschi databili al secolo XIII.

Ritornati sull’ampia piazza imbocchiamo piazza De Sanctis sulla quale spicca Palazzo Ebreo e le sue colonne ornamentali in pietra liscia. Imboccando via Landone raggiungiamo in largo Trinità la chiesa omonima, probabilmente la più antica di Nusco. Eretta nell’XI secolo conserva all’interno uno straordinario affresco del XV secolo del Redentore. La stradina che riscende ci accompagna ai ruderi del Castello, risalente al medioevo era una fortezza inespugnabile, circondato da mura di cinta e posizionato strategicamente con ampia vista sulla valle Ufita. Ai piedi del Castello, la nuova strada panoramica concede alla vista ampio sollievo e regala Nusco il suo soprannome: il balcone dell’Irpinia.

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