Il borgo abbandonato dopo una frana è patrimonio dell’Unesco
Roscigno, in provincia di Salerno, ai piedi degli Alburni è rimasta intatta, sospesa tra vita e morte come in foto in bianco e nero.
Cosi è divenuto quello che era anche “il paese che cammina” agli inizi del 1900 quando il Genio Civile impose agli abitanti di abbandonare il paese a causa delle frequenti frane che minacciavano il borgo. L’abitato fu poi ricostruito qualche chilometro più a valle mentre quello vecchio è rimasto li ma non tutti gli abitanti vollero lasciare le proprie case.
Si addestrarono, in breve, a sopravvivere fra pareti accidentate, a non far caso a un quieto stile di terremoto che fluttuava sotto i loro piedi anche perché i gli esborsi per riparare le case erano costanti ed esosi. Quando anche gli ultimi residenti se ne andarono, restò colei che non volle mai saperne di spostarsi. Dorina, simbolo della tenacia contadina e dell’attaccamento alle radici, spogliatasi dell’abito di monaca preso da giovinetta, era tornata al paese convinta che se Dio era in cerca di lei avrebbe potuto trovarla più facilmente fra gli olmi o in mezzo ai dossi: è morta nel 2000 lasciando definitivamente a Roscigno vecchia l’affascinante ma triste appellativo di paese fantasma.
Le sue strade ad oggi sono battute solo dai pascoli in transito ma la conformazione dell’abitato, i balconi, i portali, le fontane sono tutte lì a parlare di un paese che resiste nonostante tutto. Passeggiando nelle strade si ha percezione di ciò che poteva essere il paese: le botteghe aperte sulle strade e gli scaloni ci rendono perfettamente l’idea di una paese che non è mai morto. Nell’ex municipio è ospitato il museo della civiltà contadina che racconta la vita quotidiana di quello che era una borgo di pastori. L’intero paese è Patrimonio Mondiale dell’Unesco, a dimostrazione di quanta storia ed unicità è presente in queste pietre lasciate sole a raccontare qualcosa che vive ancora.