Dagli scavi alle nuove scoperte. Gli antichi tesori di Stabia rivivono in un libro. Questo pomeriggio, nella splendida e unica Reggia di Quisisana, sede tra l’altro del nuovissimo Museo di Stabia, si è tenuta la presentazione del libro Grande Pompei di Repubblica, un’opera che racconta le bellezze della città antica e le nuove scoperte tra Stabia e Oplonti.Tra i protagonisti Ottavio Ragone di Repubblica, che ha sottolineato il valore storico del legame con il Parco Archeologico di Pompei. “L’iniziativa è nata per creare una Grande Pompei — ha spiegato — sia da un punto di vista archeologico, ma anche turistico e culturale”.Secondo Ragone, questo è fondamentale per il territorio: “Viviamo in un’area che è stata devastata nel secolo scorso. Ora si tratta di recuperare il senso e il valore di questo territorio, allargando l’area della prima valorizzazione di ciò che abbiamo, difendendo la cultura e il nostro ambiente”. Un processo che, come ha evidenziato, “per fortuna è già tangibile”Ragone ha poi aggiunto che “è importante riappropriarsi dei nostri spazi e impadronirci del messaggio culturale che viene da secoli e secoli di storia”.In questo senso, il libro rappresenta anche uno strumento di condivisione: “Condividiamo, attraverso questo volume, la conoscenza di Pompei”. Infine, ha ribadito l’obiettivo. “A noi interessa il consolidamento di un’area culturale e del nostro patrimonio in tutti i sensi. Lo stiamo facendo per l’area metropolitana di Napoli, in particolare per Castellammare, con questo museo meraviglioso e con l’intento di ampliare l’area della conoscenza”.Il sindaco di Castellammare, Luigi Vicinanza, ha parlato del cambiamento in atto: “Stabia è l’esempio di come la realtà che c’era prima si possa trasformare grazie al lavoro che la Regione Campania ha svolto per anni su questo territorio”. Secondo Vicinanza, Grande Pompei è un progetto che valorizza l’intero comprensorio. “Dobbiamo guardare con speranza al futuro”. E ha concluso sottolineando il ruolo centrale della Reggia: “La Reggia è il baricentro delle attività dei Monti Lattari. Ce ne sono stati tanti e ce ne saranno ancora”.Il direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, ha illustrato il senso profondo del libro: “Con questo volume si è voluta raccontare la Grande Pompei, partendo dal valore storico di questo territorio”. Il racconto prende forma attraverso una narrazione immersiva: “Si comincia con una passeggiata tra personaggi storici, facendo un salto nel passato come se fossimo nell’antica Pompei, camminando per tutti i luoghi simbolo — e non solo — della città”.Zuchtriegel ha poi spiegato che “il viaggio immaginario si estende da Pompei a Boscoreale, da Oplonti fino alle ville di Castellammare”. E ha aggiunto: “Il mito che vediamo sulle pareti dei vari siti non è solo una bella storia, ma un racconto che dà espressione all’inconscio collettivo e individuale”. Un esempio emblematico è custodito proprio nel museo stabiese: “Stabia è legata a Plinio e al racconto del mito. Qui al museo c’è una coppia di centauri, tra cui una femmina — un elemento unico, perché solitamente erano rappresentati solo come maschi”.Il direttore ha concluso sottolineando che “il libro non vuole solo raccontare Pompei, ma anche i territori limitrofi, per comprendere la cultura dell’intera città”. E ha lanciato un messaggio di fiducia: “Bisogna ancora fare tanto per dare corpo a questa idea di sinergia, ma siamo sulla buona strada”.Infine, Maria Rispoli ha evidenziato il fermento culturale che ruota attorno alla Reggia e al Museo: “Le attività in atto sono tante. Stiamo diventando un polo culturale per la città”. Secondo Rispoli, tutto parte dalla cultura: “Con la creazione del museo, la Reggia è diventata un punto di riferimento”. E ha aggiunto: “Il Museo di Stabia sta avendo un grande successo, con attività legate ad associazioni del territorio”.Tra i progetti in corso, ha ricordato quelli di manutenzione: “Stanno per partire lavori importanti per le facciate e per il restauro del giardino storico, che sarà restituito alla comunità”.