Fino al 1927 si chiamava Castrojanni e vanta non pochi primati: conosciamoli insieme
Enna, che fino al 1927 si chiamava Castrojanni, vanta non pochi primati: è l’unica provincia della Sicilia che non si affaccia sul mare, è il capoluogo di provincia più alto d’Italia per via dell’altitudine del centro abitato che, nella sua parte più elevata, raggiunge i 970 metri sul livello del mare, è il centro geografico esatto della Sicilia indicato con precisione da un obelisco davanti la Chiesa di Santa Maria di Montesalvo. La città svetta sulla Valle del Dittaino e ha la singolare forma di ferro di cavallo, aveva sin dall’antichità la fama di essere inespugnabile.
Con i suoi tre secoli di storia ha visto passare i Greci, i Sicani, i Romani, i Bizantini, gli Spagnoli, i Borbone e con le sue chiese, i suoi palazzi, le sue botteghe di artigianato è un luogo perfetto per passare due giorni nella bellezza e nella pace. Con la mia piccola guida segnalerò le cose più interessanti e da non perdere ad Enna, con qualche suggerimento sui paesi vicini.
Il Duomo – Piazza Duomo, 1
Nel 1307 Eleonora d’Angiò, moglie di Federico III d’Aragona, volle costruire una Chiesa dedicata alla Madonna della Visitazione come voto per la nascita del figlio Pietro. L’edificio sacro inglobò sia i resti del Tempio di Proserpina che l’antica cappella di Santa Maria Maiuri, diroccata ed abbandonata. In origine aveva forme gotiche, ma un terribile incendio nel 1446 la distrusse e venne ricostruita. Il crollo della torre campanaria nel 1649 determinò lavori di ammodernamento ed un secondo crollo nel 1676 ha dato alla struttura le forme che vediamo oggi. Degni di nota sono il bellissimo soffitto cassettonato ligneo, finemente lavorato, la Cappella dei Marmi nel transetto destro, che presenta una mirabolante decorazione, le colonne monumentali decorate con foglie di acanto e, nascoste, ci sono anche la testa di un moro e una Medusa, simbolo del paganesimo che viene schiacciato dal cristianesimo, alcune tele del pittore di Anversa Guglielmo Borremans.
Chiesa di San Michele – Via Orfanotrofio, 18
Con la conquista araba di Enna venne fondata una moschea che risulta almeno dal 1308 trasformata in Chiesa dedicata a San Michele Arcangelo. Un primo ampliamento della struttura si ebbe nel XVI secolo, quando la famiglia Leto Grimaldi donò terreni e parte del loro palazzo patronale che sorgeva affianco, ma nel 1734 sia la Chiesa che il Monastero Benedettino furono interessate da lavori di riqualifica ad opera dell’architetto Vito Mammana di Regalbuto, che diede l’impronta barocca che le monache ricercavano. Da non perdere all’interno la tela del XVIII secolo con la Sacra Famiglia tra i Santi Gioacchino e Anna, conservata in una monumentale cornice intagliata di legno, il San Michele di Gaspare Bazzano ed il pavimento con volute e girali, datato 1957, commissionato alla Scuola d’Arte Cascio ed eseguito da Giuseppe Marzilla, sostituisce il cotto originario degli Anni ‘70 del 1700, che purtroppo era molto danneggiato dal tempo.
Chiesa di Santa Chiara – Piazza Colajanni
Nel 1619 i Gesuiti accettarono la donazione della nobildonna Costanza Rotundo: vennero quindi in possesso di una rendita fissa e di una casa, vicino il convento delle Benedettine ed il Duomo, ed iniziarono i lavori per trasformarlo in Collegio. Il 31 ottobre 1767 essi vennero espulsi dalla città ed il loro palazzo venne utilizzato come luogo per fare soggiornare i visitatori stranieri fino a quando nel 1779 le Clarisse dei Monasteri di Santa Chiara e della Madonna delle Grazie vennero unificate e presero possesso dell’ex complesso gesuitico, intitolandolo a Santa Chiara. Nel secondo dopoguerra la Chiesa venne trasformata in Sacrario Militare, le cappelle laterali furono murate per ospitare le tombe dei caduti ennesi.
Castello di Lombardia – Via Lombardia, 24
Coi suoi 26000 metri quadri è uno dei castelli medievali più grandi d’Italia, insieme a quello di Brescia e di Lucera; deve il suo particolare nome ai soldati lombardi posti a difesa della fortezza in epoca normanna. Nel 1130 il Re Ruggiero II fece costruire il castello dove sorgeva una antica fortezza sicana ed era il tempio di Cerere. Durante il periodo Svevo il castello fu ristrutturato ed ampliato, vennero inserite 20 torri difensive e Federico II, lo Stupor Mundi, era solito passare le estati qui. Con l’avvento dei Borbone iniziò un lento declino che lo trasformò in prigione. Oggi è totalmente musealizzato ed è possibile salire sulla Torre dei Pisani, dalla quale si gode un bellissimo panorama di Enna e della vallata.
Rocca di Cerere – Via Nino Savarese
Per gli appassionati di storia e di mitologia è un luogo magico: la rocca è ciò che rimane di un grande tempio dedicato a Cerere, la dea dei campi e dei raccolti, che era la protettrice di Enna. Seguendo il racconto nel V libro delle Metamorfosi di Ovidio, Proserpina, la bellissima figlia della dea, fu rapita da Plutone mentre raccoglieva fiori di zafferano sul lago di Pergusa. La madre, disperata, vagò per le vallate fino a quando non seppe del misfatto e reclamò indietro la ragazza. Gli ennesi erano molto devoti alla loro dea, tanto che sappiamo da Cicerone che su questa altura c’era una statua monumentale di Cerere, che il filosofo dice di avere visto con i propri occhi. Dalla vallata partiva poi un sentiero, detto Via Sacra, costellato di piccole cavità scavate nella roccia utilizzate come sacrari che portava sulla rocca dove c’era un altare per i sacrifici.
La bottega del restauro di Angelo Scalzo – Via Kamuth, 3
Entrare nella piccola bottega è come fare un salto nel 1600: Angelo Scalzo come un ebanista o un intagliatore antico utilizza ancora colle, resine e vernici naturali. Qui possiamo trovare oggetti settecenteschi, quadri e statue che riprendono vita sotto le sue sapienti mani, ritornando allo splendore originario. Ma non è tutto, ha ripreso la tradizione delle cassapanche decorate, che produce in edizioni limitate e sono un oggetto non sono dal design incredibilmente moderno, anche se si rifanno alla tradizione siciliana, ma anche un oggetto di lusso per collezionisti.
DOVE MANGIARE:
Al Kenisa Caffè Letterario – Via Roma, 481
Questo non è solo un locale, ma una esperienza. Infatti potrete cenare all’interno di una Chiesa sconsacrata dedicata ai Santi Pietro e Paolo, sedendo sui divanetti alzando gli occhi troverete stucchi barocchi e chiedete di visitare la cripta al di sotto, ci sono ancora i sedili in pietra degli scolatoi.
Il mito di Kore – Viale Caterina Savoca, 62 – 68
A pochi passi dal Castello di Lombardia, il ristorante offre prodotti del territorio come fave, olio, confetture, marmellate, sapientemente messi insieme per creare piatti della tradizione siciliana. Bellissimo anche il panorama dal belvedere di fronte. Nei dintorni di Enna ci sono tantissime realtà che meritano una visita: dai borghi ai parchi naturalistici, questo pezzo di Sicilia può davvero accontentare tutti i gusti. Di seguito qualche suggerimento su cosa vedere senza spostarsi troppo:
Crisa – La carta a mano – Via Galileo Galilei, 19 – 21 – Leonforte (EN)
Può sembrare strano trovare una cartiera in piena Sicilia, ma essa è frutto del sogno di Francesco e Giuseppe Lo Gioco, due fratelli gemelli che hanno deciso di investire nella loro terra d’origine, dopo la formazione a Firenze e Fabriano, operando di fatto una sorta di emigrazione al contrario. Producono carta secondo il metodo fabrianese, dando vita a buste, biglietti, pergamene, segnalibri, stampe e offrono la possibilità di laboratori didattici per avvicinare i bambini a questo mondo. Una curiosità: il nome della cartiera riprende quello del dio Creusa, personificazione del fiume Dittaino che proprio nei pressi di Leonforte aveva un tempio a lui dedicato. In città c’è infatti una fontana dal quale i ragazzi sono soliti prendere l’acqua, indispensabile nel processo di creazione della carta.
Giuliana di Franco Gioielli – Via Porta Palermo, 20 – Leonforte (EN)
Per Giuliana il gioiello è una estensione dell’anima di chi lo indossa: le sue creazioni artigianali sono pensate come un inno alla bellezza delle donne ed alla loro femminilità. Il suo brand si contraddistingue per la ricercatezza e la capacità di coniugare le tecniche orafe tradizionali con la sperimentazione moderna. Il suo atelier è in un luogo storico, un ex deposito del grano di epoca fascista, che ha rimesso a nuovo e trasformato in un contenitore d’arte che esalta le sue creazioni. Offre anche una esperienza di full immersion: c’è la possibilità di vivere in atelier, a stretto contatto con l’artista in un appartamento annesso alla struttura e di dare vita ad un gioiello personalizzato. Giuliana, con sapienza maieutica, andando a cercare nelle esperienze di vita della persona, riesce a creare un gioiello che è un’opera d’arte e racconta davvero di chi lo indosserà.
Fratelli D’Angelo – Caseificio Storico – Contrada Dainamare, SS122, snc – Valguarnera Caropepe (EN)
L’azienda agricola dei F.lli D’Angelo fa parte della Cooperativa Oro Rosso di Sicilia: producono e raccolgono i tre fili di colore rosso disposti all’interno del fiore dello zafferano e ne ricavano questa preziosa spezia, che utilizzano per creare un meraviglioso formaggio ma anche un gustosissimo gelato. Qui, dove le pecore pascolano libere sotto la supervisione del pastore maremmano Cassandra, il visitatore potrà non solo fare l’esperienza di camminare e nei campi di zafferano, ma proverà anche ricotta, primo sale, pane tutto a km 0. Molto attenti anche alle nuove generazioni, organizzano laboratori per bambini di conoscenza del mondo agricolo.
Nysura Distillery – Corso Vittorio Emanuele, 231 – 233 – Nissoria (EN)
La microdistilleria di Dario Rinaldi è un magico mondo dove lui, quasi come un alchimista, prende erbe, spezie, frutta e ortaggi tipici del territorio e li trasforma in gin sofisticati, ricercati e particolarissimi. La visita parte dal laboratorio dove spiega con precisione tutti i processi che portano alla creazione del liquore, mostrando anche le materie prime tutte di primissima qualità. Dario conduce poi nella sala della degustazione dove fa entrare il visitatore nel mondo del gin. Da assaggiare assolutamente quello al cappero, al finocchietto ed al peperoncino.
Parco Minerario Floristella Grottacalda – Contrada Floristella (EN)
Il parco è situato alle porte di Enna, nei pressi del lago Pergusa dove secondo il mito fu rapita Proserpina. È una enorme miniera di zolfo, che a partire dalla fine del Settecento fino al secolo scorso hanno fatto la ricchezza di questo luogo. Il proprietario, Agostino Pennisi barone di Floristella, diede vita ad una attività fiorente e costruì sulla proprietà un enorme palazzo, che oggi è un museo che illustra le condizioni di vita dei minatori, spesso disumane, attraverso plastici, ricostruzioni e numerose fotografie d’epoca. Le miniere andarono in crisi negli Anni Trenta del Novecento, ma l’estrazione è definitivamente cessata nel 1986. All’interno del grande bosco è ancora possibile ritrovare le rovine delle strutture annesse alla miniera: i forni, le case dei minatori e persino i ruderi di una missione dei Gesuiti.





